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lunedì 21 novembre 2011

24° Marcia per la Pace Perugia-Assisi - 25 settembre 2011 - Per la pace e la fratellanza dei popoli - Prima parte


Mi son sempre chiesto perché bisogna marciare per avere la Pace. Già: la marcia è tipica degli eserciti, è tipica dunque di quegli ordinamenti usati per sopprimere la Pace. È quindi un equivoco, grammaticalmente un ossimoro; ma quando ci partecipi la riconosci la differenza tra una camminata allegra, colorata, gioiosa, fantasiosa, musicale, festosa ed una invece grigia ed arrabbiata.
Per potervi partecipare siamo partiti alle dieci e mezza di sera circa, per partire poi da Ome con un pullman che ci avrebbe portato a Perugia.
Son partito con altre quattro persone, due delle quali pensavo di non aver mai visto e alle restanti due, fino a qualche mese fa, nemmeno avevo parlato perché nemmeno conoscevo, ma quella “energia” che calamita le persone dotate di una certa sensibilità ci ha presto unito. Poi, in piena notte ci siam fermati in autogrill e ho scoperto che la persona che non conoscevo, ma mi sembrava di aver già visto, ha una figlia che a sprazzi ricordo. Durante il prosieguo del viaggio tutto mi è tornato chiaro ed è chiaro come i miei pensieri su quella persona erano errati: un'ulteriore conferma che i pregiudizi o i giudizi dati in modo superficiale vanno aboliti.
Arriviamo a Perugia poco dopo le 5 di mattina. Che bella!! Una città rimasta antica e quindi molto attraente per sfizi turistici. Poi, con l'oscurità notturna le strutture illuminate risaltano ancor di più. Altre persone ci hanno anticipato e girano già per la città. Noi, avendo dormito piuttosto poco durante il viaggio, andiamo in cerca di un bar che ci possa ristorare. Una decina di clienti già dentro e vedo..è lui o non è lui?
Vi è mai capitato di vedere qualcuno che vi sembra di conoscere ma non sapete se è veramente lui o qualcuno che gli somiglia? Ecco, insomma, proprio così e visto l'orario e la sonnolenza non sapevo che fare finché arriva il classico discorso di quei momenti “Ma tu non sei..?” “Ah, sì! Brescia, vero?” “Già! Milano tu?” “Rho” “è bello vedersi qui dopo Pasqua” “Davvero! Ora ci aspetta una bella camminata. Ci vediamo a Berlino?” “Credo...Ci sentiamo dai, buona esperienza!”
Igor..abbiamo trascorso insieme la Pasqua in Francia e lo rivedo a Perugia..bello!
Vi racconterò un'altra volta di queste belle avventure, dai!
Dopo la colazione con una bella fetta di squisita torta di mele facciamo due passi finché non vediamo un gruppo di scouts seduti in cerchio in piazza Giordano Bruno e ci fan venire in mente le poche ore di sonno nella notte e quindi ci sdraiam per terra, tra i commenti della gente che attonita passeggia..
Per fortuna il freddo non mi ha permesso di addormentarmi ed in questo dormiveglia ho sentito persone che si chiedevano se la chiesa nella piazza era San Pietro o meno, e dicevano che alle 7:30 c'era la messa con Don Ciotti..poi qualcun altro dice che ci sarà pure Padre Zanotelli: non posso mancare! Un'altra volta spiegherò anche chi sono questi personaggi perché già qualcuno mi ha detto di non essere al corrente dello straordinario bene da loro operato.
Dopo una rapida visita alla chiesa di San Domenico e al Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria chiedo informazioni alla nostra “sentinella” riguardo l'abbazia di San Pietro e mi dirigo là dopo aver avvisato i miei amici.
Che bello sentire Alex Zanotelli invocare affettuosamente il “Papà”(invece del formale “Padre”) all'interno di una messa cantata, gioiosa, festosa, partecipata ed impegnata, conclusa con la raccomandazione di Don Ciotti “Continuate la Vita con Gioia e Coerenza. Buon cammino!”
Un'occasione così non posso perderla e cerco d'incontrare questi due miei modelli.
Sembrano spariti ma non sapete che gioia per me rivedere tra la folla Padre Zanotelli, dirigermi verso lui, visibilmente emozionato, conoscerlo, scambiare due parole, sentir dalle sue labbra i complimenti per una nostra compaesana!!
Momenti che mai scorderò, impreziositi dalla telefonata di mia mamma che sebbene vorrebbe sincerarsi sul viaggio è costretta a sorbirsi le mie emozioni per quell'incontro. Come un vaso stracolmo la sento dire “Immaginati...al posto di visitare Perugia!” ma il mio “mamma..sono venuto a messa, non sono ancora uscito” forse le avrà regalato tranquillità..
Nell'uscire dalla Chiesa mi viene dato uno degli ultimi bocconcini di pane benedetto rimasti e, seppur poco più di una briciola lo conservo in tasca, per poi dividerlo, come Padre Alex ha detto, con i miei fratelli ed amici. Tentar di raggiunger questi è un'impresa ardua: le vie sono stracolme di gente che colora Perugia di un dipinto variegato e così, quando è ormai impossibile muoversi, si fa conoscenza con dei ragazzi napoletani che finalmente mi spiegano cosa dice esattamente la canzone 'O surdato 'nnammurato..
Dopo vari interventi di rappresentanti delle attuali rivoluzioni civili che si stan compiendo, soprattutto nordafricane, si parte!
“Partire” è una parola perché provate a immaginare come possono confluire circa 200000 persone in una via non più grande delle nostre..
Ritrovo i miei amici e racconto entusiasta l'avventura non dimenticandomi di spezzare le briciole di pane con loro..




C'è il Mondo qui!




Si scende da scorci di panorama pazzescamente belli e tenute di ulivi..






A questa Marcia per la Pace è impossibile non notare quante lotte vengono portate avanti ma l'ammirazione lascia spazio al pensiero “dov'è la radice di tanti mali?”
Sento addirittura un ragazzo dire “magari fossero tutti così gli Italiani”... 
Aldo Capitini, l'ispiratore della prima Marcia di cui quest'anno ne abbiamo festeggiato il 50° anniversario, diceva però che quando si è innamorati non bisogna aspettare che tutti lo siano per vivere l'amore.
Qui viviamo la nonviolenza cantando, suonando e camminando in un bel ritmo inframezzato da qualche pausina rifocillante.
In totale sono 24 i chilometri che separano Perugia da Assisi, più 3 chilometri per salire alla basilica di San Francesco (patrimonio dell'umanità), e ovviamente altri 3 per scendere, per un totale di 30 chilometri circa. Verso metà percorso parte il toto-chilometri: “quanti ne abbiam fatti?” “quanti ne mancheranno?” “tra quanto saremo arrivati?” Io a queste domande non offro tanto tempo, anzi, son talmente sereno che vorrei che sta giornata non finisse mai!
Verso l'una ci sdraiamo in un prato, sotto la freschezza donataci dall'ombra delle foglie di un albero.

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