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Questo è un “blog” ed è un mezzo per esprimere creatività in modo libero.

Qui vorrei far conoscere in completa autonomia i miei pensieri, i miei desideri, le mie idee, le mie esperienze, le mie riflessioni, i miei momenti, le mie storie, i miei sentimenti, i miei disagi, le mie opinioni, le mie proteste le mie considerazioni. Vorrei pure condividere notizie ed informazioni.

Il blog è uno strumento che permette ai lettori di scrivere commenti esprimendo collettivamente libere opinioni esponendo così i problemi e, entrando in collaborazione, dar voce alle soluzioni.

Accanto a ciò che si racconta ha un'importanza vitale come lo si racconta, quindi esigo “l'indipendenza per poter approvare ciò che c'è di buono e criticare ciò che c'è di male”


giovedì 26 gennaio 2012

Consiglio comunale – 22 novembre 2011 - prima parte

Innanzitutto grazie a Marco per avermi avvisato della riunione consiliare (ancora una volta il sito internet non ne dava notizia) e grazie per il car sharing.
Cos’è il “car sharing”??
Praticamente è la condivisione del mezzo di trasporto che può essere realizzata quando due o più persone sono dirette verso una destinazione comune e si organizzano affinché si usino meno mezzi possibili. In questo caso è passato a prendermi a casa determinando un risparmio sia economico che ambientale.

Il consiglio comunale comincia alle 19:10.
Risulta assente la consigliera Reboldi.
Dopo l’approvazione all’unanimità dei verbali della seduta precedente sono previste le comunicazioni da parte del sindaco ma non ha niente da dire. Peccato: ho sperato fino all’ultimo che mi sorprendesse parlando dei mercatini dell’ 8 dicembre..
Ecco quindi le interrogazioni.
Il consigliere Labemano Gabriele chiede di conoscere l’esito del processo in secondo grado (appello) relativo alla causa tra Comune di Polaveno e ditta Fratelli Bresciani. L’assessore esterno al bilancio Peli Aristide comunica che la Corte d’appello ha ritenuto che il comune di Polaveno venga assolto, ribaltando così il verdetto precedente. I 120000 € già trasferiti ci saranno restituiti a rate, più gli interessi che ammontano a circa 9400€. Con i quasi 200000 € accantonati determinerebbero un totale di 327000 €.
Il consiglier Tagliani chiede se gli interessi del mutuo che s’è dovuto fare per onerare la prima sentenza saranno risarciti o meno. L’assessore Peli oscilla tra un “no” e un “non ricordo”, il sindaco dice “sì”.
Il consiglier Belleri Ivano chiede, precisando di non voler criticare, se si possono prolungare i tempi per la presentazione della domanda del contributo comunale riferito alle utenze domestiche e destinato ai pensionati ultra 65enni. Il sindaco chiarisce che è il bando è di novembre e che il tempo per presentare la domanda è di 20 giorni, prolungati a 27 giorni; mentre erano 26 giorni l’anno prima e 20 e 16 giorni prima ancora. Il sindaco aggiunge che il tempo è stabilito dalla Regione, poi però leggendo i regolamenti pare che non ci siano questi vincoli ma il sindaco dice che riguarda solo novembre. Tagliani, saggiamente, chiede se si possa fare un’informazione preventiva che dirà che a novembre ci sarà questo bando.
Tagliani interroga il consiglio riguardo alle seguenti piccole opere di manutenzione ordinaria:
-        Rifacimento manto di copertura dei marciapiedi di via Martini e via Palini – il sindaco dice che dovrebbe intervenire la Provincia ma non ci sente tanto bene. Aggiunge che i due marciapiedi promessi in via Tonetti non sono stati fatti.
-        Rifacimento del guardrail di via Castignidolo – il sindaco dice che è da più di un mese che è a posto
-        Rete del Poggio dei ciliegi – il sindaco dice che è andato a vedere e si sta pensando che soluzione intraprendere. Il consiglier Belleri Ivano chiede riguardo alla parte nuova di via D’Annunzio in Gombio se si possa fare un guardrail ma il sindaco dice che bisognerebbe farlo sulla strada, riducendola così di circa 40 centimetri. C’è da parlare col proprietario terriero.
-        Verificare, tramite la Polizia locale, il corretto posizionamento della segnaletica stradale anche a riguardo del fantomatico parcheggio in via Martini – il sindaco dice che la sabbia sulla curva non pulita è colpa della Provincia che non pulisce. Il consiglier Tagliani, ironicamente, fa presente che nei volantini in campagna elettorale si chiedeva di votare Peli Fabio per aver supporti dalla Provincia.
Il consiglier Belleri Ivano chiede dei dossi su certe strade ma il sindaco è contrario per via delle nevicate, facendo presente che la velocità era maggiore prima dell’installazione degli speed-check.
L’ultima delibera di assesto e variazione del bilancio, tra le tante voci, presenta:
-maggiori entrate per 24000 € dovuti all’accertamento ICI (e altri 32000 € riferiti al 2012), causa Bresciani, contributo della Provincia per il Gombiera
-investimenti nell’arredo dell’Istituto comprensivo per 52000 €, cimitero di Gombio, tetto del palazzetto dello sport, speed-check, acquisto dell’automobile, punti luce da realizzare

-maggiori spese nella segreteria, ditta con l’incarico di recuperare l’ICI, personale dell’anagrafe, acquisto di materie di consumo, benzina per l’automobile, servizio di polizia locale, P.G.T., smaltimento rifiuti, intervento idrogeologico in Magazzo e Cortivazzo, intervento a Santa Maria del Giogo.

mercoledì 25 gennaio 2012

Il vecchio che leggeva romanzi d'amore

Ho letto questo libro per la prima volta tantissimo tempo fa e poi l’ho riletto molte altre volte: ha il potere di approfondirmi le emozioni già provate e di regalarmene delle nuove.
In un luogo sperduto dell’Amazzonia viene ritrovato un cadavere. Mentre un sindaco sta facendo le indagini, un vecchio, sicuro di sé, depone la sua sentenza.
Avrà ragione?

Scopriremo questo ed anche di più: ci addentreremo infatti anche nella modalità di vivere che caratterizza quell’affascinante popolazione.
Una semi-autobiografia che narra le vicende di un particolare luogo ma persuade riflessioni più globali inerenti a natura e progresso, dove noi “gringos” non brilliamo certamente per belle figure.

Un libro da leggere e consigliare soprattutto ai giovani, a chi, cioè, sarà protagonista del Domani.



P.S.: si è notato che Luis Sepùlveda è uno dei miei scrittori contemporanei preferiti?

lunedì 23 gennaio 2012

Gandhi - seconda parte

Gandhi entra nel partito del Congresso nazionale indiano con uno scopo preciso: l’indipendenza politica, economica e spirituale.
Come? Attraverso lo Swadeshi: un movimento che significa autosufficienza, raggiungibile attraverso la produzione interna dei prodotti necessari e l’utilizzo dei beni locali.
Promuovendo campagne di non cooperazione con i britannici, Gandhi, diverrà presto presidente.
Nel 1920 gli indù sostengono i musulmani che boicottano i prodotti inglesi, soprattutto nel settore tessile che vedrà la produzione casalinga del khadi: un vestito filato a mano. I benefici da quest’ultima scelta sono sicuramente l’apparente eguaglianza sociale tra ricchi e poveri che vestono lo stesso abito con umiltà spirituale ma soprattutto un’occupazione lavorativa! Scrisse: “Un paese rimane in povertà, materiale e spirituale, se non sviluppa il suo artigianato e le sue industrie e vive una vita da parassita importando manufatti dall’estero”
Per ottenere l’indipendenza contano moltissimo le autorità e Gandhi proporrà anche il boicottaggio di tutte le istituzioni britanniche chiedendo le dimissioni agli Indiani che occupano questi posti! L’entusiasmo aumenta fino al febbraio del 1922 quando dei manifestanti riuniti a Chauri Chaura, nell’India settentrionale, reagiscono dopo le provocazioni della polizia britannica. L’epilogo è sconcertante: 22 poliziotti massacrati ed arsi vivi. Ghandi, deluso, digiuna per qualche giorno, poi è arrestato e al processo per sovversione si dichiara colpevole della massima pena: 6 anni.
Senza Gandhi, il partito si divide in due fazioni e si rompe l’alleanza con i musulmani. Quando nel 1924 verrà liberato, dopo un’operazione di appendicite, si dedicherà a queste riunificazioni intraprendendo battaglie contro l’alcolismo, l’ignoranza, l’intoccabilità e la povertà.
Parlando a proposito delle reazioni alla prima guerra mondiale dirà: “L’ultima guerra è stata una guerra espansionistica, per entrambe le parti. È stata una guerra per spartirsi il bottino dello sfruttamento delle razze più deboli, chiamato eufemisticamente mercato mondiale… Prima che cominci in Europa un disarmo generale, che prima o poi dovrà essere realizzato, se l’Europa non vuole andare incontro al suicidio, qualche nazione deve avere il coraggio di procedere autonomamente al proprio disarmo, accettando i gravi rischi che ciò comporta”
Parole terribilmente attuali.

Gandhi comincia a scrivere la sua autobiografia.
“è il Sermone che mi ha fatto amare Gesù. Leggendo tutta la storia della sua vita in questa luce, mi sembra che il cristianesimo resti ancora da realizzare. Fintanto che non avremo sradicato la violenza dalla nostra civilizzazione, il Cristo non sarà ancora nato. È il Sermone della Montagna che mi ha rivelato il valore della resistenza passiva. Io fui colmo di gioia leggendo: <Amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano>”

Gandhi possedeva una figura di Gesù con scritto “Egli è la nostra pace”.

“Se dovessi considerare soltanto il Sermone della Montagna e l’interpretazione che io ne do non esiterei ad affermare che sono cristiano. Ma purtroppo bisogna ammettere che molto di quanto viene spacciato per cristianesimo è una negazione del Sermone della Montagna” (da un discorso all’YMCA di Colombo, nell’isola di Ceylon, nel 1927)

Nel dicembre 1928 il partito del congresso chiede al governo britannico se intende concedere il protettorato all’India o se vuole fronteggiare una campagna nonviolenta per l’indipendenza. Il nuovo primo ministro del Regno Unito Ramsay MacDonald non concederà il protettorato e Gandhi il 12 marzo 1930 intraprende la famosa marcia del sale esortando la lotta senza la violenza.

Fu una manifestazione partita da 78 persone contro la tassa sul sale sul quale il governo britannico esercitava assoluto monopolio imperiale e consistette in 380 chilometri percorsi a piedi in 24 giorni, durante i quali diventarono migliaia, nonostante le manganellate subite dalla brutale polizia che imprigionò pure circa 60000 persone, tra cui Gandhi.
Webb Miller, un giornalista dell’agenzia United Press, scrisse: “Da dove mi trovavo udivo il suono tremendo dei randelli sulle teste non protette. La folla dei dimostranti in attesa guardava la scena, gemendo e trattenendo il respiro, sentendo su di sé ogni singolo colpo. Quelli caduti a terra giacevano privi di sensi o si torcevano con il cranio fratturato e le spalle spezzate. Quelli ancora incolumi, senza rompere i ranghi, continuarono silenziosamente ad avanzare finché furono tutti abbattuti. Marciavano compatti, a testa alta, senza l’incoraggiamento della musica e degli applausi e senza alcuna possibilità di potersi sottrarre a gravi ferite e forse alla morte. La polizia arrivava a ondate e metodicamente colpiva una colonna dopo l’altra. Non ci fu battaglia, né lotta, essi avanzavano semplicemente fino a quando cadevano. La polizia cominciò a prendere selvaggiamente a calci gli uomini seduti per terra, colpendoli all’addome e ai testicoli. Alle undici del mattino il caldo era arrivato a 46 gradi e l’assalto si placò”
Lo storico e giornalista William Shirer scrisse. “I dominatori inglesi, imprigionando Gandhi, facevano di lui un martire e rendevano più stabile e duraturo il risentimento di milioni di Indiani di fronte alla prepotenza del dominio straniero”
Nel 1931 Gandhi uscirà di prigione e il governo britannico, rappresentato dal viceré Edward Irwin, vorrà incontrarlo per giungere a determinati accordi che verranno firmati a marzo, a Delhi, attraverso un Patto in cui oltre a rendere legittima la raccolta del sale per uso domestico, renderà liberi i prigionieri politici in cambio della sospensione della disobbedienza e di un invito alla seconda conferenza della Tavola rotonda, a Londra.
In questo viaggio europeo Gandhi verrà tre giorni in Italia verso la fine del 1931, sempre col suo khadi, nonostante il freddo inverno. Sostò due giorni a Roma, incontrò Mussolini, il quale pensava di vedere qualche similitudine tra lo swadeshi indiano e l’autarchia fascista ma sbagliò nel merito: l’India era oppressa, la dittatura italiana opprimeva!
Gandhi scriverà “Alla sua presenza si viene storditi. Io non sono uno che si lascia stordire in quel modo, ma osservai che aveva sistemato le cose attorno a sé in modo che il visitatore fosse facilmente preda del terrore. I muri del corridoio attraverso il quale bisogna passare per raggiungerlo sono stracolmi di vari tipi di spade e altre armi. Anche nella sua stanza, non c’è neppure un quadro o qualcosa del genere sui muri, che sono invece coperti di armi”
Nonostante avesse reso noto alle autorità il desiderio d’incontrare papa Pio XI, il Vaticano comunicò che in quei giorni era impegnato.
“Civiltà Cattolica” nel 1932 fu molto dura in due articoli nei suoi confronti mentre nel 1969 si poté leggere “è strano che, mentre nazioni cristiane ricorrono alla violenza per conseguire i loro scopi, e cercano di giustificare la violenza, abbia dovuto essere un indù, fedele e convinto, a scoprire il legame tra verità e nonviolenza per realizzare il cambiamento sociale”

I paria (gli intoccabili) dovevano rimanere ad una distanza di almeno 19 metri dagli Indiani della casta più alta e ad almeno quattro metri da quelli della casta più bassa. Chi era toccato dalla loro ombra doveva purificarsi con un'abluzione. Gandhi il 20 settembre 1932 cominciò un digiuno "fino alla morte" per il loro riscatto. Accaddero, nei giorni successivi, cose inaudite: i bramini pranzavano pubblicamente con i paria; le donne si lasciavano servire da loro; nei villaggi si consentì anche a loro l'accesso ai pozzi, alle scuole, ai locali pubblici e perfino ai templi. Due anni dopo la vita di Gandhi sarà messa alla prova da tre tentativi d’assassinio.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale Gandhi appoggerà moralmente i britannici ma i membri del partito del congresso, non consultati, si offendono e si dimettono. Dopo aver discusso, Gandhi dichiarerà che l’India, nonostante sia solidale con le vittime dell’aggressione nazista, non potrà partecipare alla guerra finché non si arrivi ad una effettiva democrazia e libertà dagli Inglesi.
Ma il governo britannico non ci pensa a cedere, spingendo Gandhi, nel 1942, a scrivere la risoluzione Quit India invitando ad una totale ribellione nonviolenta.

Centinaia di migliaia (tra cui Gandhi e i dirigenti del partito del congresso) vennero arrestati e migliaia uccisi. Kasturba, moglie di Gandhi, mentre è prigioniera muore dopo una polmonite. Gandhi digiunerà per tre settimane e nel 1944 sarà rilasciato dopo essersi ammalato di malaria.
Alla fine della guerra Clement Attlee succederà a Churchill come Primo Ministro britannico concederà l’indipendenza agli Indiani. Gandhi annuncerà la fine della lotta, cui corrispose la liberazione di una centinaia di migliaia di prigionieri politici.
 Il secondo maggior partito indiano era la Lega musulmana dell’intera India, con Presidente Mohammad Ali Jinnah, un nazionalista islamico a cui Gandhi offrì la carica di Primo Ministro dell’India, purché questa restasse unita. Proposta che venne criticata dal Partito del congresso, alimentando l'idea di una nazione islamica: il Pakistan, che nacque il 14 agosto del 1947. La separazione porterà a tensioni che indurranno a digiunare Gandhi e solo dopo le rassicurazioni dei dirigenti delle comunità di rinunciare alla violenza berrà un succo d’arancia. “Chi non controlla i propri sensi è come chi naviga su un vascello senza timone e che quindi è destinato a infrangersi in mille pezzi non appena incontrerà il primo scoglio”
Il 30 gennaio 1948, a New Delhi, durante una pubblica preghiera ecumenica, venne assassinato con i colpi di una pistola Beretta sparati da Nathuram Godse.




“Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere”
Le sue ceneri vennero disperse nei grandi fiumi del mondo e il 30 gennaio 2008 (sessantesimo anniversario della sua morte) è stata versata l’unica urna non ancora svuotata.

venerdì 20 gennaio 2012

Fa freddo? Sì, però..

Il giorno 12 gennaio 2012 ho inviato la seguente mail a Sveva Sagramola, conduttrice di Geo & Geo

"Ciao Sveva
Come stai?
I miei genitori seguono abbastanza il tuo programma "Geo&Geo"; io lo conosco e lo apprezzo ma ho poco feeling con la tv e questo fa sì che non lo segua molto ma stasera, 12 gennaio 2012, prima di cena mi son trovato ad ascoltare la tua trasmissione.
Una notizia mi ha turbato: avete rilevato che nello studio televisivo ci sono 26°C!

Ti chiedo, vista anche la grossa attenzione ambientale del programma, se è possibile diminuire la temperatura a condizioni più accettabili (18/20 °C) così da intraprendere un sensibile risparmio energetico ed anche monetario, visto che, facendo parte di un servizio pubblico, saranno nostri i soldi spesi per rendere l'ambiente così caloroso.
In un momento di crisi mi aspetto un gesto di austerità, sarebbe un importante esempio da seguire.

Con grossa stima ti auguro un buon proseguimento, Dario"

giovedì 19 gennaio 2012

Due piccioni con una fava?

Parliamo un po’ d’agricoltura e delle difficoltà che si accrescono in questo campo.
 Non mi riferisco alle stime che dicono che ogni anno le terre coltivabili diminuiscano di un millimetro e che ci voglia una decina d’anni per far tornare quel pezzetto coltivabile, mi riferisco ad un rischio che avevo già analizzato col nostro compaesano agricoltore: i pannelli fotovoltaici installati su terreni fertili.
L’elettricità è necessaria e i pannelli fotovoltaici ci permettono di sfruttare l’energia solare per poterla ricavare. È corretto però posizionarli sui campi rubando così terreno che sarebbe possibile destinare all’agricoltura?
Già all’epoca Andrea mi disse che i pannelli vanno benissimo ma non in questa posizione e, essendo d'accordo con lui, ho voluto approfondire l’argomento. Se ci fosse un’alternativa? Se si potesse destinare un terreno ad entrambe le opere?
Ebbene sì: parliamo di “agrovoltaico”.
Imprenditori italiani hanno pensato di conciliare queste due utilità mettendo i citati pannelli fotovoltaici a 5 metri dal livello del suolo, evitando così di ombreggiare troppo lo spazio agricolo al di sotto. I pannelli sarebbero sostenuti da pali distanti circa 12 metri, dotati di tecnologia di comunicazione wireless (senza fili) e sarebbero provvisti di inseguitori solari che consentono ai pannelli di poter ruotare per inseguire appunto la luce solare rendendo massima la resa. Addirittura in caso di maltempo vengono a trovarsi perpendicolarmente al terreno!
A Mantova è stato realizzato il primo impianto, con 8000 pannelli e 750 inseguitori solari su 15 ettari che producono 2,15 MW circa. Con altri due progetti simili (un altro a Mantova e uno a Piacenza) questo sistema andrebbe a ricavare circa 10 MW su 55 ettari.

 REM, una holding con sede a Coccaglio, ha progettato, realizzato e già richiesto il brevetto internazionale.

Sorgono le prime domande che cerco di riassumer qui:
-    Una sfilza di pannelli sui campi non sarà uno spettacolo estetico, saremmo disposti ad accettarlo in cambio di una minore spesa in bolletta?
-    I prodotti agricoli nati al di sotto dei pannelli garantiranno la stessa qualità nutritiva?
-    Il campo elettromagnetico che si verrà a creare interferirà con le colture?

Nel frattempo ho contattato la ditta, stay tuned e vi darò nuove preziose informazioni!


sabato 7 gennaio 2012

E non ci sono soldi per le pensioni..


Circa sette mesi fa ho saputo che esiste l’Ordinariato militare e in Italia è presieduto dall’arcivescovo Vincenzo Pelvi. Questa “chiesa” ha pure una rivista ufficiale che si chiama “Bonus Miles Christi” sulla quale il direttore comunica <amarezza e disagio> nei confronti di <chi invoca lo scioglimento degli eserciti, l’obiezione contro le spese militari>. Questo stesso arcivescovo ha officiato una messa, lo scorso 24 ottobre a Roma, per promuovere il beato Giovanni XXIII a patrono della forza armata, ricordando queste parole: “Penso in particolare all’esercizio della carità del soldato che soccorre le vittime dei terremoti e delle alluvioni…mettendo a disposizione dei più deboli il proprio coraggio e la propria competenza. Penso all’esercizio della carità nel soldato impegnato a disinnescare mine, con personale rischio e pericolo, nelle zone che sono state teatro di guerra, come pure al soldato che, nell’ambito delle missioni di pace, pattuglia città e territori affinché i fratelli non si uccidano fra di loro”. Ma se è a queste belle azioni che servono i soldati, perché l’arcivescovo non prende ispirazione dal Vangelo di Giovanni (18,11) dove Gesù dice a Pietro, che voleva difenderlo, di rimettere la spada nel fodero, e chiede a gran voce l’attuazione della legge numero 230 dell’8 luglio 1998, impegnando lo Stato a predisporre “forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta” (articolo 8, comma 2, paragrafo e) impattando così sulle spese per le armi mantenendo le stesse funzioni?
L’economista tedesco Ernst Friedrich “Fritz” Schumacher diceva chiaramente che, essendo una scienza derivata, l’economia deve accettare istruzioni. Visto il periodo di ristrettezze economiche non pare più logico dirottare queste risorse per sostenere il lavoro, la sanità e l’istruzione piuttosto che per le guerre che l’Italia, costituzionalmente, dovrebbe rifiutare?
Nel 2010 l’intero mondo ha speso 1640 miliardi di dollari in armi: 187 milioni di dollari al giorno! 3 milioni di dollari al minuto!! 52 mila dollari al secondo!!!
In Italia, le operazioni militari oltremare sono sostenute da appositi fondi in costante aumento: meno di un miliardo di euro nel 2005; 1,1 miliardi di euro nel 2008; 1,5 miliardi di euro nel 2009 e nel 2010; fino ad 1,55 miliardi di euro nel 2011.

Gianfranco Fini afferma che il problema non è tagliare queste spese, ma come farlo, arrivando a promuovere l’integrazione europea per la politica della difesa. Attendo sviluppi..
Intanto voglio ricordare Giovanni XXIII per l’enciclica denominata “Pacem in terris” (11 aprile 1963), scritta, malato, circa due mesi prima di morire. Volle parlare a tutte le persone (credenti e non) affinché si sentissero impegnate a costruire un mondo senza confini, ricercando ciò che unisce: l’Amore, la Giustizia, la Libertà, la Pace e la Verità. Messaggio particolarmente importante visto anche il periodo caratterizzato dalla guerra fredda e quindi da un momento in cui le spese statali non erano più rivolte ai cittadini, un po’ come oggi.
 “In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri sono perciò universali, inviolabili, inalienabili”. Un canto di pace quasi umanistico, che mette in risalto il valore del singolo uomo al di sopra dei sistemi che lo governano.
“Quare aetate hac nostra, quae vi atomica gloriatur, alienum est a ratione, bellum iam aptum esse ad violata iura sarcienda” (Per cui nella nostra era, che si vanta della potenza atomica, è estraneo alla ragione che la guerra sia atta a risarcire i diritti violati)
Mi piace pure ricordare la straordinaria umiltà nell’affermare che solo qualche riga della lettera era puramente sua, mentre per il resto si avvalse di collaboratori. 
Un abbraccio fraterno e sinceri ringraziamenti per l'attenzione.