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Qui vorrei far conoscere in completa autonomia i miei pensieri, i miei desideri, le mie idee, le mie esperienze, le mie riflessioni, i miei momenti, le mie storie, i miei sentimenti, i miei disagi, le mie opinioni, le mie proteste le mie considerazioni. Vorrei pure condividere notizie ed informazioni.

Il blog è uno strumento che permette ai lettori di scrivere commenti esprimendo collettivamente libere opinioni esponendo così i problemi e, entrando in collaborazione, dar voce alle soluzioni.

Accanto a ciò che si racconta ha un'importanza vitale come lo si racconta, quindi esigo “l'indipendenza per poter approvare ciò che c'è di buono e criticare ciò che c'è di male”


giovedì 25 ottobre 2012

Cominciamo con l'evitare gli sprechi


Secondo voi, è possibile unire buone pratiche con l’intento protettivo verso la natura (e quindi verso la nostra salute) e una diminuzione di costi?

Mi piacerebbe provare a studiare i piccoli gesti quotidiani che avvengono nella nostra casa con quest’obiettivo.

Innanzitutto smettiamola di acquistare senza senso. 
Cosa voglio dire?

1-Parto da un’esperienza personale: i vestiti. Non ricordo il tempo di comprare un prodotto di questa categoria. I motivi sono molti e vari: prima di tutto parto da un’esperienza famigliare che aiuta e visto che non ho parenti prossimi più giovani di me ho sempre ricevuto gli abiti di coloro a cui non andavano più bene e li ho sempre accettati con gioia. Da quel momento in poi? Non ho mai gettato via nulla ed oggi mi avvalgo dello splendido servizio che la Piccola Provvidenza offre nello scambiarsi gli abiti e io contribuisco portandone dei miei. 
Inviterei tutti a provare.

2-Passo alla tecnologia. Ricordo quando i miei genitori volevano comprarmi un computer e io mi opposi preferendo la prima playstation perché consapevole del fatto che il computer, all’epoca, l’avrei utilizzato soltanto per giocare; quindi perché spendere di più per qualcosa di meno adatto allo scopo? Oppure quando mi han voluto comprare una televisioncina da tenere in cameretta e scelsi quella meno costosa. Sbagliai? Sì, nel colore: era nera e la polvere ci abitava senza nemmeno pagare l’affitto! Lo scarso uso che ne facevo unito all’obbligatorietà del decoder per il digitale terrestre l’han fatta finire sul solaio, se qualcuno la vuole, venga a prendersela. Comprando meno cose inutili spendiamo meno e sprechiamo meno.

3-Passiamo agli sprechi energetici: utilizzando lavatrici e lavastoviglie a pieno carico, lampadine a basso consumo (magari a led), evitando di lasciare le varie apparecchiature in modalità standby perché consumano comunque watt e quindi soldini (magari utilizzando l’interruttore delle ciabatte o non utilizzandole se non necessarie). Del resto, mai passata una serata a lume di candela?

4-Parliamo ora un po’ del cibo: solo in Italia oltre 10 tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura!!
Pianificando la spesa con una lista acquisteremo solo ciò di cui abbiam realmente bisogno, comprando alimenti di stagione e conservandoli correttamente assumeremo uno stile di vita meno dannoso ed eviteremo di buttar cibo e soldi. Congelando i lamponi in estate, per esempio, potremo utilizzarli per preparare dei dolci nel resto dell’anno.
Trasportare cibo da un Paese lontano è un costo che si riflette sul prezzo del prodotto e sul prezzo della nostra salute visto l’inquinamento che favoriamo.
Gli ortaggi inoltre possiamo produrceli gestendo un orto e la frutta tramite le piante.

La campagna “Coltiva – Il cibo. La vita. Il Pianeta” ha indagato nelle abitudini alimentari di 6 diversi Paesi (Brasile, Filippine, India, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti) scoprendo che ogni anno questi buttano via più di 5 miliardi di mele che, messe in fila, girano attorno alla Terra per 9 volte!!
Basterebbero 2mila calorie giornaliere per stare in salute e noi ne assumiamo mediamente quasi il doppio. Questo modo in cui ci alimentiamo fa soffrire 1 miliardo di persone mentre provoca l’obesità nella metà di noi.

Don Saverio disse: “Evitiamo di star male per aver mangiato troppo perché c’è chi sta male per non aver mangiato abbastanza”

5-Passiamo all’usa e getta: comprando detersivi alla spina, per esempio, risparmiamo sul costo dovuto all’imballaggio evitando di spendere denaro per ciò che diventerà in breve tempo un rifiuto. Stesso discorso per i piatti, i bicchieri e le posate di plastica e per i tovaglioli di carta. Spero non utilizziate fazzoletti di carta... Utilizzate però i fogli anche sul retro?

6-Passiamo all’uso d’acqua. Quanta ne consumiamo ogni giorno? Si stima una media di 200 litri a persona di cui circa 50 scaricando l’acqua del water e 70 per lavarsi.

Avete già un riduttore di flusso al rubinetto? Potremmo provare a metter meno acqua nella pentola quando facciam la pastasciutta? Proviamo a raccoglierla tenendo una bacinella sotto il colapasta? 500 grammi di ragù hanno bisogno di quasi 7mila litri d’acqua per esser prodotti mentre 500 grammi di fagioli necessitano nemmeno di mille litri d’acqua. Basterebbe mischiare un po’ di fagioli nel sugo togliendo un po’ di ragù per far risparmiare acqua.

7-Passiamo all’uso dell’automobile: proviamo a utilizzare qualche volta le nostre gambe per far spostamenti di poco conto?

Fare qualcosa è semplice e possibile, ora basta mettere in pratica. 
Altre idee intelligenti?

mercoledì 17 ottobre 2012

Scelte determinanti


L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la prevenzione e la cura dell’obesità dev’essere uno degli obiettivi più importanti da realizzare in tempi brevi.
Al Festival della Salute di Viareggio sono stati presentati i risultati di un’indagine la quale dice che in Italia sono presenti quasi 5 milioni di persone adulte afflitte da obesità e che le cure di questo problema costano più di 8 miliardi di euro l’anno, quasi il 7% della spesa sanitaria pubblica.

Dopo questa premessa, voglio dirvi come qualcuno ha risposto ad una domanda sulla situazione del nostro Paese: “Tranne una infinitesimale percentuale di italiani che ha difficoltà ad accedere al mangiare, la stragrande maggioranza della popolazione può accedere a quantità di cibo più o meno illimitate. Il fatto che noi abbiamo ancora 6 milioni di obesi, a fronte di una crisi temporanea e contingente, non mi stupisce. La crisi morde nel ridurre posti di lavoro, non certo nel portarci alla fame.”

Chi può averlo detto?
Il parlamentare del PDL Giorgio Stracquadanio lo scorso febbraio che, superficialmente, affiancava l’obesità al benessere, non sapendo che invece si tratta di una patologia, una malattia.

Pochi giorni prima a Radio 24 diceva anche: “Chi guadagna 500 € è uno sfigato per varie ragioni e per fortuna sono pochissimi in Italia”. Il conduttore sosteneva che invece sono 800mila persone e Stracquadanio rispondeva: “Se fosse vero avremmo i morti di fame per le strade. Si tratta di una piccola quota di popolazione che hanno pensioni sociali più basse. Sono sfigati, si parla di situazioni limite. Sono stufo di una retorica piagnona. Non esiste guadagnare 500 € al mese. Ma chi li guadagna? Ma quali giovani precari! La media dei consumi di telefonia mobile, il telefonino cosa che hanno tutti nelle mani, vediamo che non basterebbero quelli. Chi guadagna 500 al mese è una minoranza ed è uno sfigato che non è stato capace. Sfigati sono quelli che hanno avuto una qualche sfortuna nella loro vita e non si danno da fare. Chi guadagna 500 € non si dà da fare. C’è un cospicuo numero di persone che percepisce questa pensione ma sono aggiuntive ad altri redditi o aggiuntive ad una condizione di vita familiare dove quello è un reddito in più”.

Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, oltre a sentirsi disgustato, ha voluto lucidamente rispondere: “In un momento come questo, di crisi economica, nel Paese con un precariato dilagante che mangia il presente di un’intera generazione, dichiarazioni come queste sembrano, oltreché irriguardose, completamente slegate da una qualsiasi realtà, e sembrano davvero quelle di un politico che, chiuso nelle stanze di potere, ha perso di vista la situazione drammatica nella quale galleggia a malapena il Paese. Se conoscesse la realtà non si sognerebbe neanche di fare certe affermazioni. Siamo indignati e sconcertati da queste parole che vanno a insultare tutte le migliaia di giovani che vedono in quelle 500 € il mezzo per arrivare alla fine del mese e migliaia di altri, che non hanno la fortuna di arrivarci neppure a quella cifra perché ostaggio degli stage gratuiti, del lavoro nero o della grande disoccupazione giovanile. Come è possibile stigmatizzare con ‘Sfigati-Morti di fame’ tutta un’intera generazione: per un presente in ostaggio della precarietà e della disoccupazione, per un futuro incerto e senza fondamenta, per potercelo edificare da soli vorremmo risposte dai politici che troppo spesso parlano dell’importanza della famiglia. Magari avessimo noi la possibilità di potercene costruire una da soli! Invece si continua con le dichiarazioni spot e continuano ad arrivare sulle nostre teste queste etichette offensive e irriguardose”.

Paghiamo profumatamente delle persone per mestieri in cui si rivelano palesemente inadatte.

A proposito, l’associazione di industriali Confindustria che a novembre 2011 dichiarava probabile la ripresa a partire “dalla tarda primavera 2012”.
Siamo in autunno..

Alla fine di questo mese ci sarà l’88a giornata mondiale del risparmio, colgo quindi l’occasione per mostrarvi cosa si diceva in quella dell’anno precedente.
Mario Draghi, attuale Presidente della Banca centrale europea e all’epoca Governatore della Banca d’Italia, non vedeva uno stato di buona salute perché dall’inizio dello scorso decennio la propensione al risparmio è scesa attestandosi nel 2010 al 12% del reddito, inferiore al dato dell’area dell’euro. La flessione è stata più accentuata nei nuclei appartenenti alle classi meno abbienti che, a fronte della stagnazione del reddito disponibile, hanno più difficoltà a comprimere i consumi di bene e servizi essenziali. Tra i giovani con età inferiore a 35 anni è aumentata la quota di famiglie con risparmio nullo o negativo è salita dal 26% al 32%.

Ecco un effetto del capitalismo di questi anni. Andando avanti così, quanto ci metteremo a prosciugare i nostri salvadanai?

Cosa possiamo fare? Intanto non votare chi dimostra di non meritare, operare una sorta di boicottaggio nonviolento rispetto alla lista che ospiterà il parlamentare di cui sopra, se non potremo boicottarlo direttamente. 

Se questo gioco ad eliminazione coinvolgerà tutte le liste sarà il segnale: è giunta l’ora di mettersi in gioco. 

venerdì 5 ottobre 2012

Tu, io e Dupree


Scrissi quest’articolo quasi un anno fa: il 6 ottobre del 2011. Perché lo pubblico oggi? Lo capirete presto..

Questo film non lo recensisco perché altrimenti dopo averlo guardato avreste pensato rileggendo ciò che avrei scritto “ma che cosa hai visto??” talmente è interpretabile in diversi modi!
Non voglio quindi illustrarvi la trama che in questo caso considero superflua, lancio piuttosto ad ognuno una sfida: ditemi cosa ne pensate ed elencatemi le cinque sensazioni che vi provoca.
Chissà se son le stesse..

L’unica cosa che anticipo è che, secondo me, l’unico vero protagonista è Dupree mentre le altre sono persone che in qualche modo aiuterà.

La curiosità è che Dupree è interpretato dall’attore Owen Wilson (straordinaria la sua interpretazione), qualcuno lo aveva dato per defunto lo scorso anni ed invece è vivo e capace di regalarci fantastici discorsi.
Mi sento di suggerire di guardarli, ascoltarli e comprenderli; soprattutto l’ultimo che a me ricorda pazzescamente il discorso che Steve Jobs tenne circa 6 anni fa all’Università di Stanford. Purtroppo Steve è deceduto (per davvero) stanotte ma quelle sue parole rimarranno per sempre immortali.

“La Daritudine”

mercoledì 3 ottobre 2012

Una proposta concreta e utile per l’occupazione


Oggi ho aderito alla proposta che si trova qui

“…per un cambio di priorità in Italia nelle scelte economiche ed industriali, al fine di iniziare a superare l’attuale crisi di sistema…

Quando, come ora, si vivono grandi cambiamenti epocali, dove masse sempre più grandi di persone soffrono per mancanza di lavoro, occorre rimettere in discussione idee consolidate, in particolare il dogma della crescita continua del Prodotto Interno Lordo…
Si parla di “Project Bond” per realizzare grandi opere infrastrutturali. Si tratta in pratica di fare ancora altri debiti per realizzare grandi opere finalizzate, più che alla reale utilità, al far ripartire la crescita, come se questa fosse la soluzione ad ogni male. Ancora grandi opere, ancora a debito per riavviare la crescita e poter pagare gli interessi sul debito! Ma che follia è? E in questo teatro dell’assurdo, si inserisce anche il luogo comune del collegamento diretto fra crescita e occupazione. Si dà per scontato che la crescita faccia automaticamente aumentare l’occupazione, ma non è vero e ci sono i numeri a dimostrarlo. Dagli anni ’60 ad oggi il PIL è aumentato di quasi 4 volte, mentre l’occupazione in proporzione all'aumento della popolazione è diminuita! Ogni imprenditore sa che, nella maggior parte dei settori merceologici, l’aumento della produttività e quindi del PIL, si ottiene con l’automazione e con l’ottimizzazione dei processi produttivi...il grosso del lavoro lo farebbero le macchine…

Per dimostrare le nostre tesi, abbiamo studiato i dati della galleria per il TAV in val di Susa. Abbiamo scelto questa grande opera a titolo di esempio perché sono disponibili molti dati forniti dal Ministero competente, quindi certi e utili per avviare delle comparazioni. Tali dati indicano che la nuova galleria del TV consentirebbe di creare 2mila nuovi posti diretti e 4mila indiretti. In realtà le cifre sembrano ottimistiche, ma anche se si raggiungessero tali obiettivi occupazionali, avremmo al massimo 6mila nuovi posti di lavoro contro un investimento minimo di 8,2 miliardi d €, ovvero 0,73 nuovi posti per ogni milione di € investito, sempre che il costo dei lavori non subisca aumenti esponenziali in corso d’opera come è sempre avvenuto fino ad oggi in Italia!
In ogni caso la spesa sarebbe coperta a debito ribaltando ancora una volta il problema sulle generazioni future, che dovrebbero anche sorbirsi i danni ambientali e le spese per l’energia necessaria a illuminare e climatizzare l’opera.
Tutte le grandi opere infrastrutturali hanno per comune denominatore l’uso del debito, di molto cemento, di molta energia e hanno quindi un impatto ambientale molto rilevante…

Si può fare diversamente? Certo che sì! Bisogna solo cambiare le priorità e spendere il denaro il altro modo...

In uno studio dell’ENEA del 2009 si proponevano interventi di riqualificazione energetica in 15mila scuole ed edifici pubblici, che attualmente spendono circa 1,8 miliardi di € ogni anno in energia elettrica e termica. Con gli 8,2 miliardi di € previsti per il TAV si può risparmiare il 20% dei consumi di questi edifici, pari a oltre 420 milioni di € all'anno e si possono creare almeno 150mila nuovi posti di lavoro.
In un articolo apparso il 13 febbraio 2012 sul Sole24ore si legge che investendo 1 milione di € in progetti di efficienza energetica si generano in media 13 posti di lavoro. Non si parla qui di energie rinnovabili, che pure generano 3 o 4 posti di lavoro per ogni milione di € investito, ma del lavoro di “tappare buchi” dai quali sfugge e viene sprecata gran parte dell’energia che usiamo nell'abitare  Per ogni 10 miliardi di € investiti si possono avere 130mila nuovi posti di lavoro di buona qualità, mentre investendo la stessa cifra in grandi opere daremmo lavoro al massimo a 7300 persone.
Dobbiamo poi considerare che i costi delle opere di efficientamento si pagherebbero in pochi anni con il risparmio energetico e in meno di un decennio i soldi investiti sarebbero di nuovo disponibili per nuovi utilizzi. Diventerebbero di fatto dei fondi di rotazione. Immediatamente calerebbe la bolletta energetica e l’inquinamento da CO2. Quindi ci guadagneremmo tutti. Inoltre con commesse piccole e diffuse, i fenomeni di grande corruzione politica, tipici dei grandi appalti, sarebbero certamente più infrequenti…

Noi facciamo appello alla politica perché dia priorità a questi interventi che generano molti benefici per tutti. Le grandi infrastrutture eventualmente si faranno in un secondo momento e solo quando si avrà la certezza che serviranno davvero!
Occorre abbandonare il dogma della crescita continua. 
Nell'Universo NULLA cresce per sempre…”