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Questo è un “blog” ed è un mezzo per esprimere creatività in modo libero.

Qui vorrei far conoscere in completa autonomia i miei pensieri, i miei desideri, le mie idee, le mie esperienze, le mie riflessioni, i miei momenti, le mie storie, i miei sentimenti, i miei disagi, le mie opinioni, le mie proteste le mie considerazioni. Vorrei pure condividere notizie ed informazioni.

Il blog è uno strumento che permette ai lettori di scrivere commenti esprimendo collettivamente libere opinioni esponendo così i problemi e, entrando in collaborazione, dar voce alle soluzioni.

Accanto a ciò che si racconta ha un'importanza vitale come lo si racconta, quindi esigo “l'indipendenza per poter approvare ciò che c'è di buono e criticare ciò che c'è di male”


giovedì 26 aprile 2012

I figli degli uomini


Per chi non ha ancora letto la trama di questo film, l'inizio è sconcertante: un sacco di gente in un bar a sentire la notizia della morte della persona più giovane del mondo. Sarà un neonato? No, è maggiorenne..

Il film è ambientato nel 2027, in Inghilterra, a Londra, ma tre caratteristiche noto subito simili al nostro tempo: l'intolleranza con gli immigrati che stanno fuggendo dai disastri, la natalità (oggi scarsa nei nostri Paesi e praticamente assente nel film) e le guerre civili.
La caratteristica che è drasticamente differente è che nel film lo Stato fornisce gratuitamente un kit per l'eutanasia..

Jasper è un anziano personaggio intrigante, ex politico, ora ritiratosi con la moglie a vivere in una casa tra i boschi coltivando e contrabbandando illegalmente marijuana e utilizzando il kit..come veleno per topi!


Theo è il protagonista e viene rapito in città dalla sua ex fidanzata (che ora è a capo di un gruppo denominato “Pesci”) che sostanzialmente chiede un permesso di transito (peggio del permesso di soggiorno!) per una ragazza. Theo, in perfetta linea con i tempi odierni, fa uso delle raccomandazioni e grazie a suo cugino ottiene ciò che serve. Sarà però costretto ad accompagnare la ragazza e farà un'ottima scoperta: è incinta!

Riuscirà a venire al mondo?

domenica 22 aprile 2012

Si vede lo stato di crisi in cui versiamo?


Oppure non ce ne siamo accorti perché non ci ha ancora toccato pesantemente?

Sento grossi dibattiti sulla “riforma del lavoro” e sento parlare di “modelli tedeschi” da imitare. Devo dedurre quindi che anche il nostro operaio diverrà il più stipendiato? Già, perché con questo primato (dal 1985 ad oggi le retribuzioni dei lavoratori tedeschi sono cresciute del 30%, al netto dell’inflazione!), l’Ufficio di statistica federale di Berlino ha registrato un aumento del 3% del PIL nel 2011 (contro le previsioni dell’1,8%) mentre noi siamo in recessione (cioè il PIL cala vistosamente), anzi in stagflazione visto che l’inflazione (i prezzi) aumenta.
È un miracolo?
Penso sia più appropriato analizzare il Modell Deutschland: un modello caratterizzato da alti salari e forti diritti sindacali che possono dirottare il capitale tedesco nella ricerca, nell’innovazione, nella qualità e nell’ambiente. Un modello, alternativo a quello cinese, che dimostra come si possa competere puntando su più regole invece di svuotare le conquiste sociali e civili.


Più regole? Quali regole?
Un esempio lo dimostra la legge del 2009 sul Kurzarbeit (credo si traduca “lavoro a tempo parziale”) grazie alla quale sono previsti incentivi alle aziende in crisi per mantenere in servizio i dipendenti, sia pure a orario e salario ridotto ma con l’intervento statale per versare la differenza nelle buste paga. Così hanno salvato mezzo milione di posti di lavoro e, a marzo, il dipartimento del lavoro di Berlino ha reso noto che il tasso di disoccupazione tedesco è sceso oltre le aspettative al 6,7% mentre il tasso di disoccupazione italiano è salito al 9,2% (il peggior dato da quando esistono i dati delle serie storiche mensili, cioè dal gennaio 2004). Inoltre i lavoratori coinvolti non hanno perduto il proprio addestramento e politiche sociali che hanno saputo studiare caso per caso, hanno spinto parte dei disoccupati di lungo periodo a rimettersi a lavorare. Addirittura nel caso di un nuovo impiego pagato meno rispetto al precedente mestiere interviene l’amministrazione statale colma la differenza! Meno costoso e più produttivo che mantenere a casa!


Tutto questo mentre purtroppo la crisi del sistema capitalistico dominato dal mercato finanziario esige un ridimensionamento nei bilanci degli Stati (Italia compresa) con alti debiti pubblici. La ricetta proposta è un’austerità che molto probabilmente aumenterà il livello di disoccupazione e quindi porterà ad offrire salari ancora più bassi ai nuovi lavoratori bisognosi di un reddito.

In una bella serata tra giovani qui in Paese, parlavamo un po’ di noi, di cosa avevamo o stavamo studiando e quando dissi che il tipo d’economia che m’è toccato studiare non m’è proprio piaciuto, mi son sentito dire da Severino che sinceramente d’economia non capiva niente ma pensava che la cosa importante fosse garantire il benessere. Ok! Come dar torto?
Infatti un sistema economico deve esser valutato in base alle migliorie sostenibili che garantisce al maggior numero di cittadini possibile, come afferma la Commissione internazionale per la misurazione delle performance economiche e del progresso sociale.
Abbiam visto che questo sistema è fondamentalmente ingiusto perché ha portato una crescente diseguaglianza di redditi che ovviamente ha diminuito la domanda di prodotti (che le famiglie non si possono più permettere) creando un’offerta troppo alta e quindi un brusco freno all’attività lavorativa per evitare di alimentare le rimanenze in magazzino. In questo contesto, invece di favorire politiche per aumentare l’occupazione, i salari e l’uguaglianza (come quelle sopra descritte), ci è stato detto: "Italiani, state sereni, tanto i vostri stipendi non diminuiscono. Al massimo, guadagnate come l'anno scorso. Continuate a spendere e non risparmiate". 

È la dimostrazione che la miopia politica è peggiore di quella visiva

giovedì 12 aprile 2012

Berlino 2011-2012 - 34° incontro europeo organizzato dalla comunità di Taizé - seconda parte


Il 29 dicembre, dopo il pranzo e la preghiera, nel pomeriggio ho partecipato ad un interessantissimo workshop. Cos’è uno “workshop”? Letteralmente significa officina o laboratorio ed infatti può essere un laboratorio di idee. Il titolo era “Una nuova solidarietà nell’economia: la condivisione”

La lingua in cui viene trattato è l’inglese e viene chiesto sul posto il bisogno di traduzioni. C’è chi è disponibile a tradurre in francese e chi in tedesco mentre spagnoli e portoghesi non lo ritengono necessario (davvero? Sarebbe l’abbattimento di un luogo comune!) la traduzione nella mia lingua è superflua: sono l’unico Italiano in sala e dovrei tradurmi da solo!!
Va beh, si vede che i miei compatrioti avranno di meglio da fare o non avvertono problemi economici..

Si parte.
Si parla di una nuova economia solidale e della necessità si ricercare nuove strade per nuove solidarietà nei differenti aspetti: in economia ci sono diverse idee ma bisogna continuare a cercare soprattutto ora visto che l’economia domina sia su internet che sui giornali.
Munib Younan, presidente della Federazione Luterana Mondiale, dice che è una crisi di confidenza: si è rotta la fiducia, che è molto importante. È questione di fiducia tra persone o tra mercati? Comunque sia, la speranza degli speculatori è fare soldi.
Sabine, un’opinionista economica, tenterà con delle slides di illustrarci un differente modo di fare economia. Lei non è cristiana, vive a Berlino dopo dieci anni di viaggi alla ricerca della solidarietà economica. Queste esperienze le han fatto vedere la distrazione riguardo all’ambiente: tutto è concentrato sulla moneta. Chiede: “la solidarietà economica è possibile oggi?”
Patrick è un ricercatore tecnologico e la sua relazione si intitola “Economia per prendersi cura di tutti”. Afferma che è molto importante oggi muovere l’economia. Anche lui ha viaggiato (per ben 14 anni!), risparmiando ed investendo nella ricerca.
Ci si chiede perché non si possa far senza moneta e si dà un’occhiata a quali altri progetti già esistono.

Dopo problemi tecnici le riflessioni portano a capire che:
-l’esclusione porta all’arrabbiatura
-le risorse del Pianeta sono diverse e diversa è la loro educazione scientifica
-le risorse dovrebbero essere per tutte le singole persone.
Poi un excursus storico ci porta a pensare a quando cominciarono a recintare le proprietà dando come segnale l’ “accesso negato”. Quindi: o tante monete o divieto d’accesso (e perciò esclusione). Ritorniamo al punto precedente: l’esclusione porta all’arrabbiatura.
A che cosa siam destinati??
Proviamo a rileggere la storia: i pastori aumentavano con le loro pecore fino a dover così brucare più erba di quanta fosse immediatamente disponibile. Quindi, non essendocene per tutti succede che alcuni animali muoiono e che si arriva a litigare. La globalizzazione ci fa ripartire dalla scarsità di cibo che, come ogni risorsa, non c’è per tutti e bisogna distribuirlo.

Si cerca un’alternativa al denaro perché nell’era di internet le banche privatizzate guadagnano chiedendo alti interessi ai debitori e facendo circolare il denaro dei creditori.
Viene illustrato poi un comune circolo: l’agricoltore che chiede soldi alla banca per finanziare l’attività, la banca che presta i soldi che sono stati depositati da delle persone, magari le stesse che vanno a comprare dall’agricoltore. L’agricoltore potrebbe chieder i soldi direttamente ai clienti per potersi finanziare. Qui intervengo io dicendo che devono supporre dei requisiti che al momento non vedo e cioè:
-dovrebbe esserci un mondo con un mercato vicino alla perfezione, cioè senza conflitti, con informazioni distribuite equamente, aspettative simili,…
-l’agricoltore dovrebbe avere una clientela fissa, che spende mediamente una certa cifra e che approverebbe un aumento del prezzo per la stessa merce. Difficile, no?
Cerco di far capire che l’intermediario svolge un lavoro utile (elargendo prestiti ed accettando depositi) e che non bisogna colpevolizzarlo a priori. Quindi bisogna non focalizzarsi sul soggetto ma su come agisce.
Mi vien risposto che gli interessi sono così elevati che per pagarli bisogna chiedere altri prestiti ad altre banche; moltiplicando così i debiti all’infinito può succedere che l’agricoltore non paga le banche e le banche potrebbero poi non pagare le persone. Viene comunque accettata la mia idea di concentrarsi sul “come” si agisce.
Si parla poi di lavoro partendo da un assunto: ognuno ha bisogno di un reddito e questo lo si può avere lavorando. Le persone fanno anche ciò che non piace loro pur di avere soldi da poter spendere.
A guardare le nuove vie lo sguardo si posa sul free sharing & caring. 

Ogni individuo quotidianamente si pone delle domande e cerca delle risposte. Per esempio: cosa e quanto mangiare ogni giorno, come trasportarsi, come occupare il tempo libero.. Le risposte possono essere l’auto, l’orto, utilizzare il computer, mentre un’altra persona pensa ad un altro tipo di cibo, al trasporto pubblico, a suonare la chitarra.. Viene fatto l’esempio di un’infermiera: un lavoro in cui si guadagna curando i mali altrui (se la salute dovesse essere migliore e le entrate reddituali dovessero diminuire potrebbe scegliere di non comprarsi una chitarra, per esempio). Un agricoltore spende per gli attrezzi e per le cure mediche (al bisogno), guadagnando in base a ciò che gli altri mangiano. Un offerente di energia guadagna dal consumo altrui. Un industriale potrebbe guadagnare dai trattori che vende all’agricoltore e dalle ambulanze che l’ospedale dell’infermiera compra. Tutto ciò per dire che siamo tutti correlati.
Che succede se qualcuno non paga? Su chi si ripercuotono i debiti? Lo stiamo vivendo tutt’ora..
Quindi l’economia più utile è quella che finanzia chi fa servizi per tutti. A pensarla così siamo un numero che sta aumentando e, diventando grosso, potrà incidere nelle scelte di mercato. L’importante è quindi il necessario. 

Abbiamo la fortuna d’incontrare molte persone, tra cui:
-Suzanne che tramite Non commercial Bakery dal 2009 insegna ad usare a Berlino le infrastrutture a basso costo
-Christa (parla con la mano in tasca per riempire i pantaloni dice, probabilmente è per evitare l’imbarazzo) fa parte di Sharing Circles: agricoltori non commerciali di Berlino che producono carciofi, patate, soia e riso. Non accettano monete perché potrebbero favorire la speculazione. Il futuro lo indica nella produzione ecologico-sociale, a cui si arriva attraverso la condivisione della conoscenza, riducendo così anche il monopolio.

Nella prossima puntata spiegherò come si costruisce un pratico modello economico.

mercoledì 4 aprile 2012

La mia super ex-ragazza


Questo pensiero sulla pellicola è soprattutto una sorta di lode ad internet: infatti non credo che mai mi sarebbe venuto in mente di sprecar carta ed inchiostro per scriver qualcosa su questo film! Il blog però mi permette di farlo e senza spreco di risorse né di denaro.

È del 2006 quest’obbrobrio che in Italia ha avuto un buon impatto mentre l’incasso totale invece non è stato rilevante.

L’avvio è intrigante in quanto Matt viene convinto da un suo amico ad approcciare con una ragazza. Questa, dopo essersi negata, viene derubata della borsetta ed il ragazzo s’impegnerà nel recupero della refurtiva.
Da qui cominceranno ad uscire insieme e Jenny gli svelerà addirittura la sua doppia identità di G-Girl: l’eroina dai super poteri della città.
Il rapporto comincia ad incrinarsi anche perché, probabilmente, nei poteri c’è anche la super gelosia verso la collega del ragazzo e Matt, convinto nuovamente dal suo amico, chiede una pausa di riflessione. Jenny reagirà vendicandosi tramite i super poteri.


A questo punto il ragazzo si rivolge all’acerrimo nemico di G-Girl, il quale gli svelerà com’è possibile toglierle i poteri. Matt lo aiuterà ma una volta tolti i poteri, Jenny li riacquisterà insieme alla collega dell’amato, cominciando così una battaglia tra superdonne.

Il tutto si risolverà quando Matt dirà a Jenny che il suo “nemico” è sempre stato, in realtà, invaghito di lei.

Il finale ve lo risparmio

martedì 3 aprile 2012

Manifesto Nonviolento


Peacelink è un’associazione pacifica nata nel 1991.
Oltre a portare avanti varie iniziative ricopre un ruolo fondamentale nel fornire informazioni, nascoste dai principali mass-media, durante le guerre.
I collaboratori operano in modo volontario e trattano vari argomenti attraverso un portale raggiungibile a questo sito:

Ho aderito personalmente alla campagna di pressione diventata un manifesto: il manifesto nonviolento.

 “Noi sottoscritti, singoli e associazioni,

CHIEDIAMO al governo di attuare il risanamento del bilancio statale a partire dal taglio drastico delle spese militari.

DICHIARIAMO CHE

- votare a favore di missioni militari volte a partecipare ad azioni di guerra all’estero viola l’articolo 11 della Costituzione


- non sosterremo politicamente con il voto i partiti che in Parlamento voteranno a favore dei finanziamenti per tali missioni o per l’acquisto di cacciabombardieri F-35, ovvero i partiti che si dichiareranno favorevoli alle suddette iniziative, se non rappresentati in Parlamento.”

Si può aderire come singole persone e come intere associazioni a quest’indirizzo:


PRIMI FIRMATARI
SINGOLI:
Lorenzo Galbiati; Alessandro Marescotti; Michele Boato; Antonella Recchia; Laura Tussi; Lidia Giannotti; Nadia Redoglia; Marco Palombo; Giulio De La Pierre; Claudio Pozzi; Giuliano Falco; Enrico Peyretti; Pilar Castel; Tiziano Cardosi; Paola Merlo; Nicoletta Crocella; Ettore Acocella; Dante Bedini; Lino Balza; Franco Borghi; Valentina Conti; Luigi Guasco; Francesco Biagi; Renato Guarino; Antonio Vermigli; Pietro Lazagna; Alberto Cacopardo; Bruno Leopoldo; Manuela Iacopetti; Davide Bertok; Olivier Turquet; Paolo Bertagnolli; Mauro Biani; Alex Zanotelli; Emanuela Fumagalli; Pierluigi Ontanetti; Liliana Boranga; Giuseppe Lodoli; Antonio De Filippis; Paolo D’Arpini; Angelo Baracca; Vittorio Pallotti; Francesco Vignarca; Piergiorgio Rasetti; Gualtiero Via; Ernesto Celestini; Luisa Morgantini (già Vice Presidente del Parlamento Europeo); Farshid Nourai; Francesco Lo Cascio; Gabriele Volpi; Giovanni Sarubbi; Alessandra Zaghini; Paolo Vachini; Matteo Zaghini; Aurora Perego; Marinella Correggia; Natalia Castaldi; Alfonso Navarra; Loretta Mussi; Antonio Lombardi; Gianfranco Aldrovandi; Massimiliano Pilati; Vittorio Agnoletto (già eurodeputato); Isabella Horn; Stefano Melis; Paolo Spunta; Alessandro Robecchi; Gian Mario Gillio; Duccio Demetrio; Diego Parassole; Virginio Bettini; Daniele Biacchessi; Alberto L’Abate; Maria Carla Biavati; Gianmarco Pisa; Dario Palini; Agnese Ginocchio; Gilberto Squizzato; Paola Bassi; Roberta Salardi; Gianni Scotto; Riccardo Troisi; Alberto Patrucco; Andrea Gallo; Maurizio Somma; Nella Ginotempo; Mao Valpiana; Francesca Spurio; Moni Ovadia; Maso Notarianni; Angelo Miotto; Donatella Coccoli; Annalisa Altini; Fabio Pipinato; Alessandro Capuzzo; Antonia Carone; Claudio Carrara; Paola Ciardella; Brunetto Salvarani; Elena Raina; Gianni Donaudi. 

Associazioni:
Peacelink; Ecoistituto del Veneto Alex Langer; Stelle cadenti – Artisti per la pace; Donne per la Solidarietà – Scuola d’Azione per lo Sviluppo Sostenibile onlus; Roma Social Forum; Medicina Democratica – Movimento di lotta per la salute onlus; Centro Studi Umanisti Ti con Zero; Mondo Senza Guerre e Senza Violenza; Emergency ONG onlus; Circolo Vegetariano VV.TT; Rete Bioregionale Italiana; Freedom Flotilla Italia; Centro Pace comune Bolzano; Redazione di www.mamma.am; Associazione Popoli Minacciati; Associazione per la pace; Movimenti Civici; Redazione di www.ildialogo.org; Operazione Colomba - Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII; Associazione Kronos Milano; Un Ponte per...; Collettivo Nonviolento Uomo Ambiente Bassa Reggiana; Centro Studi Sereno Regis; Rete degli Ebrei Contro l’Occupazione; IPRI - Corpi Civili di Pace; ReOrient; Comunità San Benedetto; Casa della Pace e della Nonviolenza; Redazione di Pressenza Italia; Rete NoWAR; Movimento Nonviolento; WILPF - Italia; Peacereporter; Redazione di www.unimondo.org; Nigrizia; Redazione di Left - Avvenimenti.
Hanno già aderito: "Noi Siamo Chiesa", Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese, Angelo Bonelli, Ass.umanista "Viaggiare per un Sogno: oltre le bar, Associazione Culturale Chico Mendes, Bruno Antonio Prof.Bellerate, Cattolici per la Vita della Valle, centro di accoglienza "E. Balducci", Damir Ivic, Diego Acampora, Federico Guglielmi, Fulvio C. Manara, Giuliana Sgrena, Katia Bellillo, Luca Kocci, Luciano Corradini, Marco Pirovano, Massimo Gatti, Matilde Bramati, Movimento Politico di Liberazione, Per il Bene Comune, Movimento RadicalSocialista, Partito Umanista, Piercarlo Racca, Redazione del giornale online "Il Popolo Veneto", Roberto Antonaz, Sergio Mariani, Silvana Pisa, sinistra per Modena, Tony Manigrasso, Valentino Barone, …