Il 15 dicembre 1992 Craxi ricevette il primo degli avvisi di
garanzia della Procura di Milano per concorso in corruzione, ricettazione e
violazione delle norme sul finanziamento pubblico ai partiti.
L’11 febbraio 1993 si dimise dalla segreteria del PSI dopo
sedici anni e mezzo, il 23 marzo 1993 arrivò a collezionare l’undicesimo avviso
di garanzia.
Craxi, più che dichiararsi innocente, sosteneva di essere
colpevole né più né meno di tutti gli altri come da lui stesso detto il 29
aprile 1993 quando la Camera dei deputati negò l’autorizzazione a procedere nei
suoi confronti.
L’opinione pubblica gridò allo scandalo; alcuni ministri del
governo Ciampi si dimisero; Gianfranco Fini del MSI sottolineò l’impossibilità
di tenere in vita questo Parlamento; un corteo della Lega Nord sfilò da piazza
Colonna al Pantheon; Occhetto, Rutelli e Ayala del PDS in piazza Navona
incitarono la protesta contro il voto parlamentare e la folla attese Craxi
all’uscita dell’Hotel Raphael sventolando banconote e bersagliandolo con
insulti e lanci di oggetti (tra cui le irridenti monetine divenute simbolo
della sua fine politica).
Quando Giuliano Ferrara gli chiese se si sarebbe
presentato alle elezione rispose: “Vedremo le condizioni che si creeranno”
L’irreversibile rovina venne testimoniata dalla protezione
della scorta e dagli epiteti che gli giunsero ogni volta che si mostrò in
pubblico. Neanche un decisionista determinato come lui avrebbe potuto
cancellare l’accaduto.
Paul Hewson, in arte Bono Vox, cantante degli U2, nel luglio
1993, durante un concerto allo stadio Flaminio, compose dal palcoscenico il
numero dell'hotel Raphael e alla segretaria di Craxi disse che aveva un messaggio
per l'ex leader del PSI da parte del giudice Di Pietro! (chiamandolo Giorgio
anziché Antonio, però..)
Sempre maggiori prove contro Craxi, viene abolita l’autorizzazione
a procedere e, inoltre, il 15 aprile 1994 comincia la nuova legislatura e a
Craxi, non ricandidato, viene meno l’immunità.
Il 5 maggio viene avvistato a
Parigi, il 12 maggio 1994 viene ordinato il ritiro del passaporto e gli viene
vietato l’espatrio per pericolo di fuga. Con il rinvio a giudizio, Craxi si
dovrà presentare il 16 giugno come imputato ma non si riuscirà a rintracciarlo
per notificarglielo.
Troppo tardi: Craxi sarà già in Tunisia.
Anna, la moglie, dice che il marito non sta bene e che si
trova in una clinica a Tunisi per dei controlli riguardo ad un infarto
asintomatico di due anni prima. Lei, se fosse nei panni del marito, non
tornerebbe.
L’avvocato Lo Giudice assicura che: “non appena sarà in
grado di farlo, Craxi si presenterà”
Nel frattempo, nel giugno 1995, in chiesa ad Otranto, il
sosia imitatore Pierluigi Zerbinati viene scambiato per Craxi e viene
maledetto, spintonato ed inseguito per ore, prima di chiarire tutto in
Questura.
Il 21 luglio 1995 Craxi sarà ufficialmente dichiarato
latitante.
Dall’estero assistette alla migrazione degli esponenti PSI
nel Polo delle Libertà e, in parte, nell’Ulivo.
Molti esponenti socialisti aderirono a Forza Italia (Renato
Brunetta, Stefania Craxi, Fabrizio Cicchitto, Franco Frattini, Maurizio
Sacconi, Giulio Tremonti…), altri ai Socialisti Democratici Italiani (Enrico
Boselli, Ottaviano Del Turco, Ugo Intini…), ai DS (Giorgio Benvenuto, Valdo
Spini…) e al Nuovo PSI (Gianni De Michelis)
Il 12 novembre 1996 viene condannato definitivamente a 5
anni e mezzo di carcere per corruzione nel processo ENI-SAI (maxitangente sulle
polizze di assicurazione per i dipendenti dell’ente petrolifero).
Il 20 aprile
1999 viene condannato definitivamente a 4 anni e mezzo per finanziamento
illecito per le mazzette della metropolitana milanese.
Morì, latitante, mercoledì 19 gennaio 2000 per un arresto
cardiaco.
Il funerale ebbe luogo a Tunisi. Lamberto Dini e Marco Minniti,
recatisi nella Cattedrale tunisina di Saint Louis come delegazione del governo
di Massimo D’Alema, ricevettero insulti e lanci di monete come accoglienza.
Simpatia, invece, per Francesco Cossiga e Silvio Berlusconi.
La bara, coperta
dalla bandiera del PSI, venne poi portata ad Hammamet per la sepoltura in un
piccolo cimitero cristiano.
Per i processi non giunti a sentenza definitiva è stata
pronunciata l’estinzione del reato a causa del decesso.
Nel 1994 era stato condannato a 8 anni e mezzo per il “Conto
Protezione”. L’appello del 1997 lo condanna a 5 anni e 9 mesi. Sentenza poi
annullata dalla Cassazione.
Il 13 luglio 1998 era stato condannato in primo grado a 4
anni ed ad una multa di 20 miliardi di lire per il caso All Iberian, insieme
alla condanna di Silvio Berlusconi (dopo la condanna per falso in bilancio
sull’affare “Medusa” e quella per corruzione sulle tangenti alla Finanza) per 2
anni e 4 mesi più 10 miliardi di lire di multa per finanziamento illecito della
Fininvest a Craxi (per un totale di 6 anni e 5 mesi). Il 26 ottobre 1999, in
appello, questi reati saranno confermati ma prescritti.
Il 25 marzo 1998 Craxi viene rinviato a giudizio per i fondi
neri Montedison.
Il 30 novembre 1998 viene rinviato a giudizio per i fondi
neri Eni.
Il 22 gennaio 1999 sarà condannato in primo grado a 5 anni e
5 mesi per tangenti ENEL.
Nel 1995 Craxi viene condannato a 4 anni per il caso
Enimont. Il primo ottobre 1999, nel processo d’appello – bis, viene condannato
a 3 anni.
Il sindaco di Aulla (Massa e Carrara) Lucio Barani conferì a
Craxi la cittadinanza onoraria nel 1999. Gli intitolò anche parte di piazza
Gramsci. Nel 2003 fece erigere il primo monumento a Craxi.
Andrea Ragusa dà atto a Craxi di una modernizzazione: “Egli
la interpretò nel senso di un rafforzamento della leadership sia all’interno
dei partiti sia nell’apparato decisionale con una stabilizzazione ed un
consolidamento del ruolo del capo del governo”
Penso che abbiate visto tutti dove ci ha portato questa
“modernizzazione” e quindi vi chiedo umilmente di drizzar bene le orecchie e di
ricordarvi di questo quando si parla di rafforzare il ruolo decisionale del
capo del governo. Terribilmente attuale.
Walter Veltroni arrivò a dire, davanti a Stefania (figlia di
Craxi e, all’epoca, sottosegretario), che “Innovò più di Berlinguer”
Più oggettivo Piero Fassino: “Non ci sono dubbi. Craxi è
stato un politico della sinistra, nel solco della storia del socialismo
riformista. Ha rivitalizzato il PSI, ha intuito prima di altri quanto l’Italia
avesse bisogno di una modernizzazione economica ed istituzionale, su questo
sfidò due grandi forze come la DC e il PCI ed avvertendo il rischio di non
farcela, non sfuggì alla tentazione di un’alleanza con i poteri forti come la
P2 di Gelli, terreno sul quale è maturata la degenerazione e la corruzione”
Nel 2007 però disse: “Craxi fa parte del Pantheon del PD
come Rosselli, Matteotti, Nenni e Pertini”
Sicuramente più centrata l’opinione sugli anni di Craxi
visti come “il frutto di quell’idea di moderno in cui l’individualismo senza
princìpi si sostituisce alle solidarietà”
Francesco De Gregori cantava: “È solo il capobanda ma sembra
un faraone… Si atteggia a Mitterrand ma è peggio di Nerone” salvo poi dire: “se
ripenso a Craxi credo che intellettualmente sia molto superiore a tanti
politici di oggi”
Antonio Di Pietro: “Ha fatto il latitante e ha usato le Istituzioni per fregare i soldi ai cittadini”
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