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lunedì 29 luglio 2013

La corruzione tiene in pugno l'Italia

È un grosso problema etico ed economico.

Pensate che la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) dice che in Italia l'afflusso medio di capitali stranieri tra il 2004 ed il 2008 è stato pari all'1,38% del PIL. Per la Francia è stato del 3,88%. Quasi 3 volte! In soldoni, circa 40 miliardi.
Soldi che ci servirebbero per poter investire o diminuire le tasse.
Soldi che in Italia non vengono per via della scarsa affidabilità.
Cioè, mettereste voi i vostri soldi in un posto non sicuro?

La corruzione inquina i processi della politica e dell'economia, minaccia il prestigio e la credibilità delle istituzioni, sottrae risorse alla comunità, corrode il senso civico e la cultura della democrazia” - don Luigi Ciotti, presidente di Libera. 
 
Difficile sapere con certezza quanto ci costa questa “peste”, come la definì Carlo Maria Martini. Senza contare il costo della disoccupazione che crea, dei servizi inefficienti, degli sprechi...è stato ipotizzato che questo macigno bruci 60 miliardi ogni anno, senza contare gli effetti a catena di cui sopra ho fatto cenno. Semplificando, più di 1000 € ad ogni persona, bimbi e neonati compresi.
Provate ad immaginare la vostra famiglia con 1000 € in più, per ogni componente, all'anno.

Vi piacerebbe? Firmate!

L'amministrazione statale potrebbe decidere di usare questi soldi per pagare gli interessi annui sul debito pubblico. Potrebbe decidere di dotare i cittadini di un trasporto pubblico adeguato, di prevenire in questo Paese le costanti emergenze frane ed alluvioni, potrebbe decidere di sistemare finalmente le scuole barcollanti dove i nostri ragazzi studiano, potrebbe decidere aiutare le persone in difficoltà...

Per far ciò è stata avviata una campagna che ha come simbolo un braccialetto bianco con scritto “#100 giorni” che i candidati al Parlamento che la appoggiano hanno indossato nei primi cento giorni di questa legislatura.

Cosa si è chiesto?

Si è chiesto che i candidati al Parlamento mettano in internet il proprio curriculum vitae, la propria situazione reddituale, patrimoniale e giudiziaria.
In Francia, Germania e Spagna viene chiesta agli eletti la totale trasparenza mentre in Italia solo il 40% dei parlamentari ha autorizzato la pubblicazione online della propria dichiarazione dei redditi.

Alcuni nomi dei primi candidati al Parlamento che hanno aderito e che sono stati eletti: Renato Balduzzi (Scelta Civica per l'Italia), Donatella Ferranti (PD), il Presidente del Senato Pietro Grasso (PD), Laura Puppato (PD), Ermete Realacci (PD), Rosa Maria Villecco Calipari (PD)

In più si è chiesto un impegno per riformare l'articolo 416 ter del Codice pensale. L'articolo istituisce il reato di scambio elettorale politico-mafioso.

Cosa dice quest'articolo?

La pena stabilita dal primo comma dell'articolo 416-bis si applica anche a chi ottiene la promessa di voti prevista dal terzo comma del medesimo articolo 416-bis in cambio della erogazione di denaro.”

Considera insomma la corruzione solo se c'è l'erogazione di denaro trascurando così tutto ciò che viene fatto in cambio del voto. Per fare un esempio pratico cito la non correttezza delle gare d'appalto.

Si chiedeva la riforma entro 100 giorni. Siamo già fuori!
Ora però se ne sta discutendo in Commissione Giustizia della Camera. 
 
Firma per dire da che parte stai!

Firma per dire che il tuo voto non è una merce!

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