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lunedì 28 ottobre 2013

Estate 2012 a Taizé - terza parte

Un altro workshop a cui ho preso parte si intitolava “Global solidarity – dream or reality in the 21° century. Meeting with a director of the global fund to fight Aids, Tubercolosi and Malaria”
Siamo in tanti e c'è anche un ragazzo che s'è politicamente messo in mostra all'incontro con gli Italiani. Lo vorrò conoscere?

Cosa significa “solidarietà” ?
Lisa, tedesca, ci illustra la differenza tra solidarietà, mutualità e carità.
Chris, portoghese, dice che il suo Paese ha bisogno di aiuto.
Un australiano fa notare che dove c'è il sorriso, come a Taizé, non c'è bisogno di polizia. Bell'intervento. Purtroppo ho capito solo questo dai suoi interventi...
Martha, polacca, dice, emozionatissima, che sono stati loro (i polacchi) a distruggere il comunismo con il movimento Solidarność.
Cristian, portoghese, racconta di essere stato un senzatetto. Somiglia ad un giovane Rambo..
Un bosniaco racconta degli aiuti del suo paese e puntualizza sulla differenza tra solidarietà e carità.
Per Sara, portoghese, la solidarietà è far qualcosa per gli altri.
Per Mary, portoghese, la solidarietà parte quando si ha il cuore aperto, perché si è umani, non perché si segue Dio.
Un altro ragazzo dice che solidarietà è quando c'è giustizia. Un po' alla don Ciotti, mi viene da pensare..

Dilemma globale: limitare la solidarietà ad una comunità o ad una nazione?
Le zone sono differenti, la cultura anche ma abbiamo gli stessi diritti umani di base, gli stessi servizi sociali di base (la scuola, l'educazione...)
Dobbiamo quindi preparare la mentalità a sentimenti sociali e ad essere uniti.
Si parla di Nelson Mandela, di Kofi Annan e della gran solidarietà in seguito allo tsunami giapponese.
La nuova carità butta via il “io ti do” sostituendolo con il “io ti rendo eguale”
Queste sono questioni politiche da affrontare ed è necessario pianificare questo per il futuro.

Per fare una vera solidarietà, non carità, è importante farla attraverso le relazioni.
Scrivendo oggi questa frase, mi accorgo che forse non è proprio universalmente chiara la distinzione tra solidarietà e carità. Per fare carità infatti è necessario mettersi in gioco, agire, essere vicini, essere prossimi. È ovvio che per fare tutto ciò sono indispensabili le relazioni.

Si parla anche del nuovo fondo globale e degli attacchi finanziari. Cristian afferma che la globalizzazione fa sì che ciò che succede in Portogallo ha conseguenze in Africa, Asia... Aggiunge che a Taizé ci sono persone che vengono da tutt'Europa e son tutti amici mentre i governi, spinti da interessi, non lo sono.

Servono soldi per cambiare o si può farlo low-cost?
Si parla quindi di Paesi emergenti come il Sudafrica e l'India.

Al termine dell'incontro mi confronto con il ragazzo italiano sui temi da lui proposti all'incontro con gli Italiani e poi vado ad una cena in cui vengono a conoscermi delle ragazze che dovranno frequentare la seconda dello psicopedagogico. Finisco quindi alla svelta la cena, scappo a lavarmi ed a prepararmi per il lavoretto del silence alla preghiera alla quale è seguita la preghiera attorno alla croce.
1 ora e 10 minuti in coda. 
Mentre alcune persone in piedi si comportavano come approfittatori spazientiti, io, in ginocchio, pazientemente e col sorriso arrivo là davanti. Si sta cantando “Oh Christe Domine Jesu”. Ci son persone in fibrillazione, impazienti. Io invece faccio passare davanti a me persone su persone finché compare il numero 137 sul tabellone delle canzoni e parte “Behüte mich, Gott”. Non posso non cogliere l'attimo. Due persone si alzano dalla croce, io mi alzo per prendere il posto ma in due mi seguono. Così, in tre, ci stringiamo nei due posti liberi.

Un Oyak tranquillissimo e poi si ritorna in chiesa. Mi fermo con Sofia, poi arriva Emma. Oh, anche lei ha cominciato a raccontare favole su una sua vita inventata: son proprio contagioso! Arriva anche Maria. Ha l'umore proprio basso e non riesco a consolarla. Quando allora le si fa intorno una bella compagnia, io vado a dormire. È l'una e mezza.

La mattina del 4 agosto mi sono svegliato alle 9. Colazione? No, fermano la distribuzione prima che arrivi il mio turno. Succede così che devo attendere l'extra food. Passa Leandro, mi saluta e mi dà appuntamento alle 5 di pomeriggio. Chissà che dovrà dire...

Scrivo un messaggio a frère Matteo alla Morada. Prendo una lettera e poi mentre la leggo mi accorgo che forse avrei dovuto pagarla..
Dopo preghiera e pranzo, Maria mi dona un braccialetto. In cambio prendo due gelati.
Da frère Matteo non so ancora nulla.

C'è un workshop. Sono indeciso ma sembra interessante: family, happyness, flavour.
Un brasiliano suona, una ragazzina boliviana ci coinvolge in un ballo.
Si inizia a parlare di cosa accomuna i diversi Paesi dell'America latina: 11 Paesi, un solo cuore.
Mi commuovo e mi vien da piangere pensando alle sofferenze patite, anche a quelle di don Saverio, mentre dei ragazzi bevono il Mate argentino: simbolo della comunione, dove non è importante la religione, il colore della pelle o la razza.

Musica in sottofondo.
In Portorico celebrano molto il Natale.
In Colombia il 7 dicembre si celebra Maria.
In Bolivia, mucha alegria, una volta l'anno ringraziano la Terra per quello che dà.
Il Venezuela produce molto cacao, da cui producono cioccolato e se lo scambiano.
Nella Repubblica Dominicana la musica tipica è il merengue e la bachata, ci sono grandi cantanti, lo sport principale è il baseball di cui le stelle sono Pedro Martínez e Alex Rodriguez... Noi abbiamo Alex Del Piero!!!
In Brasile il pallone è nei piedi! Il mio mondo! Samba, football e Feijoa (avevo capito ch'erano simili ai nostri fagioli invece sono frutti esteticamente simili a delle prugne ma dolci)
Anche in Guatemala il primo novembre è festa di tutti i santi.
Forse mi commuove la mancanza di quello che il continente ha o forse quello che lascerei. Scriverò un messaggio a zia Clementina (Suor Mariangela, per tutti)
Del Messico sono note Le Piñatas. C'è una messicana che assomiglia incredibilmente ad una mia amica italiana che, per inciso, andrà a Taizé quando io sarò tornato... Incredibile anche la somiglianza del canto messicano al nostro dialetto!
Un portoricano di 22 anni racconta un po' di sé e di quando gli dicevano di andare con i gruppi giovanili ma altri lo ammonivano dicendo ch'erano noiosi. Niente lo rende più felice del servizio per gli altri. Ci dice che Dio non sceglie chi ha capacità ma chi ha capacità da dare. È importantissimo per un leader creare un gruppo che potrà continuare il suo operato. D'accordissimo su tutto.

Ora le danze!
Quatto quatto, arriva pure Leandro! Non tradisce le sue origini argentine.
Bossa nova e samba brasiliana, poi Ai se eu te pego! Remixata!
Dalla Bolivia... “camporella” ??
Una sexy danza venezuelana, una simpatica danza colombiana e una salsa portoricana con spaccata finale.
Di ritmo velocissimo il merengue e la bachata dalla Repubblica Dominicana.
Chacarera argentina per concludere.

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