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Questo è un “blog” ed è un mezzo per esprimere creatività in modo libero.

Qui vorrei far conoscere in completa autonomia i miei pensieri, i miei desideri, le mie idee, le mie esperienze, le mie riflessioni, i miei momenti, le mie storie, i miei sentimenti, i miei disagi, le mie opinioni, le mie proteste le mie considerazioni. Vorrei pure condividere notizie ed informazioni.

Il blog è uno strumento che permette ai lettori di scrivere commenti esprimendo collettivamente libere opinioni esponendo così i problemi e, entrando in collaborazione, dar voce alle soluzioni.

Accanto a ciò che si racconta ha un'importanza vitale come lo si racconta, quindi esigo “l'indipendenza per poter approvare ciò che c'è di buono e criticare ciò che c'è di male”


sabato 30 novembre 2013

Danilo Dolci - terza parte

Danilo negli anni '70 lavora su un progetto poetico che riunirà le sue precedenti raccolte. L'emblematico titolo sarà “Creatura di creature” e gli farà vincere nel 1979 il “Premio Internazionale Viareggio” 

Si separa dalla moglie Vincenzina e va a convivere con una giornalista svedese da cui avrà altri due figli ma dopo qualche anno lo lascerà.

Nel 1980 viene invitato dall'Unesco a Parigi per partecipare ad un "Simposio internazionale sull'evoluzione dei contenuti dell'educazione generale nel prossimo ventennio"

Nel 1981, in Scandinavia, viene proposto per il premio Nobel alla pace. 

Negli anni ottanta e novanta, Danilo, preoccupato dall'involuzione democratica derivante dal controllo dei mass-media che emargina il dissenso, si concentrerà soprattutto sulla distinzione tra trasmettere e comunicare, tra dominio e potere.
Danilo Dolci avverte infatti i pericoli connessi alla comunicazione di massa che non comunica più ma si limita a trasmettere unilateralmente.

Danilo, in questi tempi, sta vivendo una lunga e dolorosa malattia dovuta al diabete ma non smette di sognare: vorrebbe vedere non più la diga sul fiume Jato solamente come un bacino d'acqua utile per l'agricoltura ma anche come meta turistica, come luogo di svago nel tempo libero, come luogo di sport (pesca e canottaggio).

Nel 1996 riceve una laurea honoris causa presso l'Università di Bologna.

La mattina del 30 dicembre 1997 un infarto lo spegnerà, a 73 anni, in quel di Trappeto.

Questa è la storia di colui che veniva chiamato “il Gandhi di Sicilia”

I figli Libera e Cielo dissero di non aver avuto grosse difficoltà nello scegliere l'abito da mettergli perché, per sua scelta, nell'armadio c'era poco oltre al suo maglione blu, alla sua tuta ed al suo basco.

Gianni Rodari (di cui oggi possiamo vantare una sua intitolazione nel nostro Paese) disse: “Danilo Dolci non è il Socrate che aspetta i discepoli sul traguardo del concetto ma il ricercatore che avanza con i compagni, crescendo con loro, educandosi con loro” 

Mi piace concludere con un pezzo di una lettera che Franco Alasia (stretto collaboratore di Danilo) scrisse: “Di Danilo una prima cosa direi che mi pare essenziale componente della sua complessa personalità: è stato un autentico spirito religioso prima che, ed insieme, poeta... Uso il termine religioso non nel senso confessionale, piuttosto col significato che gli dava Aldo Capitini: religione è una libera aggiunta. Un qualcosa in più che si dà liberamente... Questo tendere all'essenza delle cose, della vita, non è religiosità? Quanto dista la poesia dalla religione? ... Ricordo che in una occasione Danilo m'aveva fatto vedere un promemoria della sua ragazza, segnato a metà giugno del '48: “ricordati che ci sposiamo” diceva. Eravamo in gennaio, febbraio forse. Voleva bene alla sua ragazza. In corso Sempione a Milano lo attendeva uno studio d'architetto. Una professione direi fantastica quella dell'architetto, no? Non un avvenire incerto per lui dopo la laurea ma una prospettiva concretamente allettante. Una sera mentre l'accompagnavo alla fermata del tram Monza-Milano al Rondò di Sesto San Giovanni ne parlammo e lui mi disse di no, che non avremmo accettato quell'occasione. Perché? Correva il rischio, pur con un lavoro tanto dignitoso quanto affascinante, di riservarsi un futuro “di costruttore di case per ricchi”. Lui era invece molto interessato a quanto si faceva a Nomadelfia, la città fondata da Don Zeno Saltini in Emilia, nell'ex campo di concentramento nazista di Fossoli. Là dove si tentava la generosa utopia di una società che voleva vivere la legge dei fratelli, cominciando con l'accogliere i più deboli e indifesi: i bambini, gli orfani, per dare loro una famiglia. Sperava che la sua ragazza l'avrebbe seguito ma non fu così. La perse. Scegliendo di fare quanto credeva giusto. Danilo, come uomo può aver commesso sbagli, ne ha commessi senz'altro. 

Di una cosa sono testimone: nelle scelte ha sempre cercato di discernere il vero dal falso, il giusto dall'ingiusto. Non chiudendosi in sé stesso. Cercando, sollecitando consigli di altri. Confrontandosi. Per avvicinarsi sempre di più all'essenza del vero e del giusto. Cosa per cui è necessario essere liberi...consapevoli che l'amore è tanto indispensabile quanto insufficiente, che conoscenza, tecnica, professionalità e coraggio lo devono integrare. Danilo, come Piaget, credeva nella saggezza dei cosiddetti ignoranti, quelli che lui chiamava gente semplice; che vanno interpellati, sentiti e coinvolti in un processo di liberazione necessario al nostro sviluppo reciproco. Mi diceva, ricordo, che gli sarebbe piaciuto poter fare da trait d'union tra la cosiddetta alta cultura (che è veramente alta quando non è soltanto erudizione) e la cultura popolare. Quella della gente semplice...”

venerdì 29 novembre 2013

Consiglio comunale – 28 maggio 2013

Assenti: Monica Guerini e Ivano Belleri.

Approvati all'unanimità i verbali della seduta precedente.

Il sindaco comunica la revisione e l'aggiornamento del piano di emergenza intercomunale. 
 L'assessore al bilancio Peli pensa ad un incontro pubblico. Il tutto approvato all'unanimità.

La convenzione con la Protezione Civile (squadra antincendio) prevede la pulizia del verde sostanziale con rimborso spese.
Il consiglier Tagliani fa presente che al comma 2 della convenzione è previsto che l'attività dei volontari non sia sostitutiva delle attività comunali. Va quindi cancellata l'attività di vigilanza.
Sempre il consiglier Tagliani fa presente che nella convenzione c'è scritto che la documentazione del contributo deve essere conservata per ben 3 anni! Viene cancellato anche questo in cambio della rendicontazione contabile e fiscale.

Arriva la consigliera Valentina Reboldi.

Il piano finanziario della TARES non è ancora pronto. 
Le scadenze saranno il 15 luglio (TARSU), il 30 settembre (TARSU) ed eventualmente il 31 dicembre (TARES).
Approvato all'unanimità.

Variazioni al bilancio di previsione 2013, bilancio pluriennale 2013/2015 e al piano opere pubbliche 2013/2015.

Tra le maggiori entrate: 1080€ contributo disabili, 1800€ voucher, 1000€ spesa SAT, 2000€ spesa affitti (bancomat), 500€ spese riscaldamento (recupero), 40mila€ contributo provinciale per Val Savino, 200mila€ tesoreria.

Tra le minori spese: 2000€ incarichi, 3000€ interessi, 500€ manutenzione strade, 4500€ arredo urbano, 40mila€ illuminazione pubblica.

Tra le maggiori spese: 7000€ neve, 1000€ progetto doposcuola, 700€ personale servizi sociali, 1080€ assistenza invalidi, 200mila€ cassa, 8500€ arredo urbano.

Il consiglier Tagliani contesta i soldi (7000€) messi solo ora nel capitolo neve. 
Chiede anche a che servono i 40mila€ per la Val Savino e gli viene risposto che è un contributo provinciale per recupero ambientale e lo si userà per collegare i due sentieri del percorso.

La maggioranza è favorevole, la minoranza si astiene.

Nessuno purtroppo ha ricordato l'anniversario della Strage di Piazza della Loggia.

giovedì 21 novembre 2013

La vita segreta delle api - Sue Monk Kidd

“Ma che razza di persona è una contraria alla lettura?”
Voglio cominciare da questa frase a descrivervi questo bel libro!

Può una bimba di soli 4 anni aver ucciso la propria madre? Con una pistola?!?

“Le storie devono essere raccontate, altrimenti muoiono; quando muoiono noi non ricordiamo più chi siamo o perché siamo qui”
“Ricordare è fondamentale”

Questo è un libro anche istruttivo sulle capacità di queste meravigliose creature: “L'ape operaia è lunga poco più di un centimetro e pesa intorno ai sessanta milligrammi ma è in grado di trasportare in volo un peso superiore a sé stessa”

Un libro che fa amare tutte le creature attraverso anche frasi come questa: “A quanto mi risultava, un giorno la gente poteva reincarnarsi proprio nella creatura che aveva ucciso”

Un libro con metafore che si adattano al momento attuale come: “Il popolo è come il popolo delle api: se la regina viene allontanata percepisce ben presto la mancanza mostrando segni inequivocabili dell'assenza di una guida”

Il libro propone anche questa riflessione: “Gente che va in chiesa da anni e peggiora”
Da noi come va?
Che fine ha fatto quel: “Ha rovesciato i potenti dai loro troni e ha esaltato gli umili. Ha saziato di beni gli affamati e rimandato i ricchi a mani vuote” ?

“Senti, so che le tue intenzioni erano buone quando hai creato il mondo e tutto quanto ma come hai potuto permettere che si allontanasse da te in questo modo? Com'è che non ti sei attenuto alla tua idea originale di paradiso?”
“Il silenzio ha uno strano ronzio che quasi spacca i timpani”

“La gente, in genere, preferisce morire che perdonare. È tremendamente difficile perdonare. Se Dio dicesse chiaro e tondo: <Ti do la possibilità di scegliere: o perdoni o muori>, migliaia di persone partirebbero decise a ordinarsi la bara”

“Gesù, Innocenza, Operosità, Indulgenza, Altruismo. Questo è l'ordine dei valori nella vita: seguitela e avrete GIOIA”

“Sai, certe cose non hanno grande importanza. Il colore delle case, ad esempio, che posto ha nel grande schema della vita? Invece, rallegrare il cuore di qualcuno...insomma, questo sì che conta davvero. Il problema, con la gente, è che non sa cosa è davvero importante e se lo sa non lo sceglie. La cosa più difficile sulla terra è fare le scelte giuste”

È un libro che in due sole battute ci spinge ad ideare più del nostro assessore alla cultura in tutti questi anni: “ <Bisogna sapere che certe cose esistono per poterle immaginare>. <Stronzate. Bisogna immaginare quel che non è mai esistito> ”

Un libro che insegna più del nostro Ministro della Giustizia qual è il metodo di combattimento: “Gli spacco il culo con la verità”

Un libro che ci fa comprendere la dimensione dell'ingiustizia: “Tu mi piaci più di qualunque ragazza abbia mai conosciuto ma devi capire che c'è gente pronta a uccidere uno come me anche per un solo sguardo a una come te”

“Non si può pensare di cambiare il colore della propria pelle ma di cambiare il mondo, invece, sì. A questo si deve pensare”

Un libro che mi dà un'idea su come organizzare il mio funerale (se e quando ci sarà!)

Mi piace il carattere indomabile della protagonista: “Mi avvicinai in fretta e vidi un cartello sulla porta: VIETATE LE VISITE. Entrai immediatamente”

Un libro che richiama il concetto di uguaglianza: “Non c'è alcuna differenza tra la mia pipì e quella di qualcun altro. Sempre pipì è”. Cioè, in verità possono essere diverse per composizione ed altre caratteristiche ma ciò non toglie che quella di qualcuno sia spremuta di limone!

Un libro che “soprattutto, comunica amore”
“Esistono trentadue modi per dire <amore> in una lingua eschimese”
“L'unico grande scopo nella vita non solo è amare ma persistere nell'amare”


Un libro che si rivolge anche a me: “Sarebbe molto meglio se la smettessi di pensare e assecondarsi i tuoi sentimenti, una volta tanto”

“Alzati subito e vivi la vita appieno”

lunedì 18 novembre 2013

Perché scrivere al CSI?

Ho pensato di scrivere al Centro Sportivo Italiano perché quest'anno, dopo parecchio tempo, ho deciso di tornare a calcare campionati meno competitivi (a causa di vari impegni) come il calcio Open a 7 ma che comunque danno la possibilità di coltivar la passione per questo stupendo sport di squadra e che, insieme, combinino un importante obiettivo da me scelto come l'educazione del bene comune.

Ci ho creduto ma questa fiducia comincia a crollare.
Infatti, dopo un buon inizio di campionato (con altrettante vittorie), in una partita da punteggio più che tennistico (7-0 per noi), ho dovuto concludere il match zoppicando a causa di una doppia e simultanea entrata fallosa sulla caviglia destra.
Nel corso della stessa partita, un mio compagno ha riportato un brutto infortunio ad una spalla a seguito di un'altrettanta brutta spinta che l'ha fatto ruzzolare malamente e scompostamente a terra.

La mattina successiva non riuscivo a camminare.
Ci è voluto un po' di tempo per far sgonfiare l'arto, per assorbire la botta, lenire il suo dolore e soprattutto ritrovare la sicurezza nell'appoggio e nei vari movimenti muscolari che una caviglia è chiamata a fare.
Ringrazio una fantastica fisioterapista.

I risultati sportivi non brillano più e rientro negli ultimi 10 minuti di una partita che non sembra aver niente più da dire: stiamo perdendo 0-4.
Importante è però poter giocare e ci stiamo avviando alla rimonta ma, sul risultato di 3-4, un gomito avversario decide di rompermi il labbro destro.
“Normale scontro di gioco” giustifica l'arbitro a seguito delle mie reiterate proteste grondanti di sangue.

La partita del successivo rientro è tesa ed equilibrata. Per cambiare i giocatori in campo bisogna essere esperti di strategia o di chimica o di alchimia.
Mancano 5 minuti e siamo sotto di un gol. Il mister si decide a farmi entrare.
Ho cinque minuti a disposizione, trecento secondi!

Prendo palla, un dribbling e l'avversario mi atterra entrandomi sulla caviglia sinistra.
Sono a terra dolorante ma non si può perder tempo. Cerco quindi di rialzarmi stringendo i denti.
C'è una palla che vola in aria e mi appresto a duellare per ottenerne il possesso, senonché il mio rivale decida di rifilarmi una gomitata in testa.
Vedo le stelle.

Andiamo avanti.
Altro pallone, altro dribbling ma questa volta i tacchetti avversari urtano troppo violentemente e nuovamente sulla caviglia sinistra che in quel momento mi serviva da appoggio. Rialzarsi non è semplice stavolta.
In mezzo a questi 5 minuti siamo riusciti a pareggiare. A che prezzo però?

Rivolgo quindi tre appelli:
-il primo agli arbitri perché in veste di ambasciatori del fair play si impegnino per far sì che le sanzioni siano correlate alla gravità dell'intervento e per far sì che ci si pensi più volte prima di farne di così violenti
-il secondo ai giocatori perché ho visto sul sito internet del CSI che tra le varie discipline kick boxing non c'è ma ci sono le arti marziali. Scelgano insomma lo sport per loro più adeguato
-il terzo agli educatori affinché siano coerenti con la loro formazione e predichino il rispetto per gli avversari, non il loro abbattimento

Grazie dell'attenzione.

giovedì 14 novembre 2013

L'Iva è l'aliquota maggiore sull'acquisto dei beni disponibili sul mercato

Facciamo un po' di chiarezza:

-l'aumento Iva si è avuto a seguito della crisi di Governo causata da Berlusconi nel fine-settimana precedente al 1° ottobre (giorno in cui è entrato in vigore l'aumento della tassa, con un Governo senza poteri) e che lo stesso Berlusconi ha fatto rientrare subito dopo. Coincidenza?

-a stabilire l'aumento è stato un estivo provvedimento Tremonti-Berlusconi. Altra coincidenza??

Quanto costerà alle famiglie l'aumento dell'Iva dal 21% al 22%?

Balletto di cifre sugli effetti economici.
Si dice che per il Codacons saranno 349€ a famiglia con un calo dei consumi del 3%.
Per la Cgia di Mestre i prodotti più colpiti saranno i Made in Italy mentre le imprese più colpite saranno quelle piccole.

Facciamo qualche conto con dati ufficiali.

La spesa media mensile delle famiglie nel 2012 è di 2419€: 468€ in alimentari e bevande, i restanti 1951€ in prodotti e servizi.

Quali sono i beni coinvolti nella crescita dell'Iva?
Il 40,7% dei beni della spesa media italiana. Tra cui auto, bevande gassate, caffè, calzature, carburante, parrucchiere, prodotti tecnologici, superalcolici, vestiti, vino... Non riguarderà i beni con Iva al 4% (alimentari di prima necessità, giornali, libri...) e quelli con l'Iva al 10% (alberghi, energia elettrica domestica, gas per riscaldamento, ristoranti, ristrutturazioni edilizie...)

Quindi, se l'aumento sarà trasferito sul prezzo di vendita, l'impatto sulle famiglie sarà di 118,14€. 
Visto che al Nord il consumo è maggiore, sarà maggiore anche l'aumento (circa 130€ mentre al Centro circa 119€, al Sud circa 91€ e nelle Isole circa 81€).
Un caffè al bar costerà sempre uguale ma una confezione di caffè costerà di più (circa 2 centesimi di euro). Stesso discorso per una bevanda gassata. Leggermente maggiore per una bottiglia di vino.
Una lavatrice aumenterà di circa 3,50€.
Non sono notizie positive ma il risultato sarà meno di un terzo di quanto sparato dal Codacons. 
Diventa importantissimo il confronto nella scelta per risparmiare.

Come si distribuiranno gli effetti?
Sicuramente è una forma di tassazione sui consumi ed è quindi dannosa per la crescita economica. 
È un'imposta regressiva? Colpisce quindi soprattutto i meno abbienti?
Proviamo a simularne l'incidenza. 
Sono necessari dati sui redditi, sulla ricchezza e sulla struttura dei consumi (disponibili in Banca d'Italia e Istat). 
Identifichiamo come reddito lordo annuale la somma dei redditi (con le diverse tassazioni), identifichiamo come reddito disponibile annuale il reddito lordo annuale al netto delle tassazioni e identifichiamo come reddito corretto il reddito per quei soggetti con più consumo annuale che reddito annuale (è possibile indebitarsi, ridurre il patrimonio, percepire reddito in maniera discontinua...) 

Ne risulta che l'Iva è un'imposta molto regressiva perché, mediamente, sarebbe a carico più del doppio ai consumatori meno abbienti: 18% contro 7%.
Questo calcolo, appunto per il fatto che dev'essere corretto, deve essere integrato per dare uno scenario più veritiero. Sarebbe meglio analizzare un orizzonte di tempo più lungo per evitare che ci siano grosse distanze tra il tempo in cui si percepisce il reddito e il tempo in cui lo si consuma. La correzione in questione consiste praticamente nell'allineare il livello del reddito annuale al livello del consumo annuale, se quest'ultimo risulta eccedente al reddito. Questo è possibile perché significa che altre entrate han permesso un maggiore consumo e queste entrate vengono inglobate nel reddito annuale. 
Con questa ipotetica correzione l'Iva risulta un'imposta regressiva ma circa la metà rispetto a prima: 9,5% contro 7,5%. 
Questa correzione è purtroppo solo immaginaria e, nell'attesa di indicatori che si basino su comparazioni pluriennali fra consumo e reddito per rendere l'analisi ottimale, dobbiamo affermare il profilo di regressività dell'Iva e quindi la maggiore incidenza dell'imposta sui consumatori con il reddito annuale più basso. 

Perché quindi non pensare ad interventi redistribuiti compensativi sul lato delle imposte sui redditi?

Rispetto al reddito disponibile familiare e al consumo equivalente, l'Iva ha un'incidenza con andamento piuttosto standard, vista anche l'ovvia progressività rispetto ai consumi.

Distribuendo le famiglie in base alla ricchezza netta (attività finanziarie e reali al netto delle passività finanziarie) si vede che l'andamento dell'aliquota misurata al consumo sia sostanzialmente stabile tra il ceto medio-basso e subisce poi un'impennata per il ceto più ricco. Il motivo è ancora tutto da scoprire ma si può presumere che alcune famiglie con bassi redditi annuali possano detenere una ricchezza netta più elevata. Purtroppo, come già detto, non esistono indicatori più precisi per misurare l'incidenza di quest'imposta e quindi questi risultati possono sicuramente essere ulteriormente confrontati e verificati. 

Nell'attesa, un ripensamento complessivo dell'architettura fiscale del nostro Paese andrebbe eseguito, magari alleggerendo l'imposizione sui redditi (soprattutto quelli più bassi) e, se necessario, compensando con l'imposizione reale.

Chissà cosa ci riserverà questa Legge di Stabilità..

mercoledì 6 novembre 2013

2015: anno del nuovo accordo per la difesa del clima

L'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) è un organismo scientifico delle Nazioni Unite ed è largamente conosciuto per i suoi rapporti (pubblicati ogni 6 anni a partire dal 1990).
Il quinto rapporto verrà pubblicato in 4 fasi. La prima fase ha visto protagonista il Working Group 1 (WG1) a Stoccolma il 27 settembre 2013. I prossimi documenti analizzeranno dettagliatamente gli impatti del cambiamento climatico e le strategie per contenerlo.

Cosa possiamo attenderci per il futuro in termini di eventi meteorologici estremi?
Le nostre emissioni di gas serra hanno aumentato frequenza ed intensità di alcuni eventi meteorologici ed il futuro sarà quindi in funzione dell'inquinamento che produrremo.
Più andremo avanti col consumo di fonti energetiche fossili e con la deforestazione, peggiori saranno le conseguenze perché gli eventi meteorologici estremi aumenteranno.
Agire presto e con determinazione per ridurre le emissioni di gas serra farà la differenza rispetto alla severità ed alla violenza degli impatti che dovremo scontare, specialmente nel lungo periodo.

Il quarto rapporto (2007) diceva che tra il 1995 ed il 2006 ci sono stati 11 anni tra i 12 più caldi dal 1850 e prevedeva un aumento della temperatura da 1,1°C a 6,4°C entro il 2100; diceva che negli ultimi 10 anni, 3.852 disastri hanno ucciso più di 780mila persone e sono costate almeno 960 miliardi di dollari.
I rischi climatici influiscono sulla carenza di acqua potabile, sulla riduzione della produttività agricola, sull'insicurezza alimentare, sulla perdita dei mezzi di sussistenza, sui rischi per la salute, sulla crisi energetica e sulla sicurezza dai disastri.
1,1 miliardi di persone non hanno accesso all'acqua potabile, più di 3,5 milioni di persone (l'84% sono bambini) muoiono ogni anno per malattie legate all'acqua (il 98% sono nei Paesi in via di sviluppo che sono quelli con la minor capacità di rispondere ma anche quelli meno responsabili dei cambiamenti climatici).

Cosa dobbiamo fare a partire da questi dati?
In linea con quanto prevede il rapporto WG1, ecco cosa occorre per prevenire cambiamenti climatici catastrofici:
-capire che ogni progetto di sviluppo, di realizzazione di infrastrutture, di gestione delle risorse idriche o di sicurezza alimentare che non tenga in conto della realtà dei cambiamenti climatici sarà solo uno spreco di risorse e di opportunità
-arrestare la crescita delle emissioni di CO2 entro il 2020, innescando una rapida diminuzione che porti ad un sostanziale azzeramento verso la metà del secolo. Si deve abbattere il consumo di fonti fossili a partire dal carbone. La scarsità di risorse idriche aumenterà, non ha senso continuare ad investire sul carbone che prevede, tanto in fase estrattiva quanto in fase di combustione, il consumo di enormi quantità d'acqua. In questo senso, segnano un passaggio significativo le recenti decisioni in Cina di fermare la costruzione di nuove centrali a carbone dal 2017, così come le restrizioni della Banca mondiale e della Banca europea per gli investimenti riguardo il finanziamento di nuovi progetti a carbone. Inoltre, Storeband, la seconda compagnia assicurativa in Norvegia nonché leader del settore dei fondi pensione in Scandinavia, ha recentemente deciso di disinvestire da 6 compagnie petrolifere e 13 compagnie legate al carbone per ridurre la sua “esposizione fossile”
-accelerare la rivoluzione energetica. Le rinnovabili sono cresciute velocemente. Oggi la potenza installata di fotovoltaico è decuplicata; quella di solare a concentrazione è aumentata di 6 volte, quella dell'eolico di 3 volte.

Dall'università delle Hawaii a Manoa lo studio “Study in nature reveals urgent new time frame for climate change” annuncia che, nel giro di 35 anni, le temperature medie estive saranno molto più calde dei picchi di calore che abbiamo sperimentato negli ultimi 150 anni. Ciò costringerà specie viventi ad adattarsi, spostarsi o estinguersi perché qualunque siano le condizioni alle quali siamo abituati diventeranno una cosa del passato.
Qualsiasi progresso per rallentare il cambiamento climatico in corso richiederà un grande impegno da parte dei Paesi industrializzati per ridurre le emissioni. Più aspettiamo, più sarà difficile rimediare. Abby Frazier, fra gli autori dello studio, sottolinea: «Speriamo che questo leghi le persone più strettamente al problema e aumenti la consapevolezza riguardo all’urgenza di agire»

“Chi vive oltre il limite giusto e la misura perde la mente ed è in palese stoltezza”
Prendendo spunto da questa frase mi viene da domandare, per esempio, chi ha il potere di decidere quale è questo “limite giusto” e quale è la misura di ciò che è la soglia sufficiente per ciascuno.
Finora si è utilizzato un sistema di mercato il quale ha come limite il pagamento del compratore. Si può quindi produrre tutto ciò che il mercato compra. Non ci sono limiti fisici, biologici, ambientali...
In pratica, una volta che un terreno è esaurito si passa a sfruttarne un altro. È di facile comprensione che questo sistema ha invece un grosso limite naturale: le dimensioni del Pianeta!
Questo sistema capitalistico sta distruggendo il Pianeta!
Questo grazie anche alla incredibile ed irresponsabile miopia politica, nonostante le conoscenze scientifiche odierne.
Complici pure certi economisti che spinsero Kenneth Boulding a dover dire: “Chiunque creda che una crescita esponenziale possa durare sempre in un mondo finito è o un folle o un economista”

Grosso compito sarà dunque analizzare una società dell'abbastanza, una società con stili di vita meno dispendiosi.
Ci piacerà? Accetteremo limitazioni?
Ciascuno dovrà prendere coscienza e magari condividere i propri tentativi, le proprie pratiche di sperimentazione che abbiano quel fine.

Se nascesse una potente sinergia tra produttori e consumatori locali si potrebbe favorire la conoscenza del territorio e delle sue disponibilità. Magari potremmo arrivare a re-imparare a produrre ciò di cui abbiam veramente bisogno con ciò che abbiamo a disposizione. Così facendo non sottrarremo alla Natura più di ciò che ci serve ed eviteremmo anche di generare iniquità. Non ci sentiremmo nemmeno limitati perché gli unici vincoli che avremmo ce li saremo auto-imposti in nome dell'avvenire e di un felice presente. Non ci domanderemmo chi potrebbe calcolare il “limite giusto” di cui sopra. Riusciremmo a rispettare anche i tempi della Natura e baseremmo i nostri rapporti sulla cooperazione piuttosto che sulla competitività perché è anche grazie a quest'ultima che ci siamo trovati in possesso di “cose” inutili.

Nella speranza e nell'impegno verso una simile visione, vediamo cosa possiamo fare nella società contemporanea: per raggiungere gli obiettivi di dimezzamento di CO2 entro il 2050 avremo l'esigenza di ridurre il consumo di energia e di materia tramite efficienza energetica, riciclaggio spinto e prodotti più duraturi. 
 
Acciaio, cemento, carta, plastica e alluminio sono i 5 materiali che richiedono più fabbisogno energetico nella fase di produzione. Sarà indispensabile un'ampia adozione di riciclaggio delle materie (riciclare richiede molta meno energia di quanta ne occorra per produrre da zero!) e studiare la sostituzione dei materiali a più alta intensità energetica con quelli a minore intensità.
Sarebbero passi avanti!