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giovedì 11 dicembre 2014

Personaggio Ambiente 2014



Del Premio Ambiente ve ne avevo già parlato qui

Le votazioni online sono aperte fino alle ore 19 del 21 dicembre sul sito 
 
Questa volta, mentre analizzavo la lista dei 20 candidati, mi sono soffermato su David Grassi e, nonostante le varie possibilità di scelta almeno altrettanto significative (c’è anche un Premio Nobel), ho deciso che per me David è degno di essere nominato Personaggio Ambiente 2014.

Chi è e che ha fatto David Grassi?
Era febbraio 2002 e l’allora tenente di vascello nato a Oristano ma residente da 4 anni a Livorno, aveva appena compiuto 30 anni ed era imbarcato sulla fregata “Maestrale” diretta verso il golfo Persico, impegnata nella missione Eduring Freedom nel corno d’Africa. 
Si accorge per primo del guasto agli impianti di trattamento delle acque di sentina. Chi aveva la responsabilità della nave decide di non farne menzione e così, dopo qualche giorno di navigazione, i marinai si trovano la sentina piena di liquidi che non possono essere scaricati in mare perché troppo pieni di inquinanti. Le regole impongono di attraccare al primo porto disponibile e far intervenire una ditta di smaltimento ma non si vuole perdere tempo e si pensa a qualche sotterfugio. David allora comincia a prendere nota di ogni minimo movimento in sala macchine, fotografa ogni cosa sospetta. 

L’ufficiale David Grassi, insieme ad altri due colleghi, si rifiuta di eseguire l’ordine che cambierà la sua vita per sempre, quello di sversare in mare migliaia di litri di liquidi oleosi provenienti dal motore, in barba alla tutela dell’ambiente, al rischio inquinamento e al regolamento internazionale.
Invece di abbassare la testa e obbedire rispondendo: «Signorsì, signore», guarda il comandante negli occhi e risponde: «No, signor capitano, questo non lo possiamo fare e se lo dovesse fare lei, sappia che ho già fatto delle foto e alcuni filmati che invierò a chi di dovere, anche alla stampa se necessario, per denunciare quello che è successo a bordo».
Tutti si rassegnano e la nave si dirige verso il porto più vicino. 
David, come premio, si prende una sanzione disciplinare: 15 giorni di consegna di rigore.
Una macchia che ne pregiudica la carriera.
Tornato a terra riceve una scheda valutativa che lo dipinge come “ambiguo, poco leale, altezzoso, arbitrario”, quando fino ad allora era sempre risultato “rispettoso, amichevole, preciso, obiettivo”. 
Per anni, a ogni occasione, gli continuano ad essere chieste spiegazioni sull’accaduto fino a quando David non ne può più e si congeda appendendo al chiodo la divisa, due anni fa.

Nel 2014?
A quel rifiuto sono seguiti tanti ostacoli per la sua carriera ma, Grassi, con perseveranza, ha continuato la sua battaglia civile per 12 anni (un quarto della sua esistenza) e quest'anno, a gennaio, il giudice del Tar Liguria ha dato ragione all’ingegnere della marina militare David Grassi che aveva fatto il suo dovere dicendo “no” al superiore che preferiva inquinare ed ha cancellato la sanzione disciplinare che gli era stata comminata (dodici anni prima) ma non gli ha riconosciuto il risarcimento danni che aveva chiesto bensì un risarcimento sufficiente a pagare circa un decimo della parcella del suo avvocato. 

Grassi adesso lavora come ingegnere civile e nel tempo libero allena i ragazzi di atletica e basket della Libertas Livorno: «In questo lasso di tempo ho perso molte cose, sia a livello personale, familiare e professionale ma tornando indietro rifarei quello che ho fatto, forse non proprio tutto ma certamente non ubbidirei a quell’ordine. Perché? Perché è in certe situazioni che vieni fuori chi sei davvero, da dove vieni e i valori che ti hanno insegnato i tuoi genitori e in quel momento non potevo far altro che comportarmi in quel modo senza abbassarmi alle prepotenze ma reagendo con coscienza. Eppure, dico anche che l’affetto e l’attaccamento nei confronti della Marina Militare non sono mai cambiati. Nonostante tutto continuo a credere che le persone nelle quali mi sono imbattuto siano una minoranza e che quel tipo di mentalità sia in via di estinzione».

David sostiene di aver ricevuto più volte segnalazioni di guasti simili a quello di 12 anni fa. 
Come siano stati risolti, in assenza di una testa dura come l’ingegner Grassi, non è dato sapere.

venerdì 28 novembre 2014

La non certo brillante storia del pesante volo di Alitalia – prima parte



L’Alitalia fu fondata a Roma il 16 settembre 1946 e iniziò le sue operazioni di volo il 5 maggio 1947 da Torino a Roma e poi a Catania, con 18 passeggeri su un trimotore Fiat pilotato da Virgilio Reinero. 
Il 6 luglio effettua il primo volo internazionale (da Roma a Oslo) con a bordo 38 marinai norvegesi.
A marzo 1948 inaugura la prima tratta internazionale con un volo di 36 ore.

Nel 1950 entrano in servizio le prime hostess. 

Nel 1965 la compagnia aerea supera i 3 milioni di passeggeri trasportati e per la prima volta vengono serviti pasti caldi. 

Il 31 ottobre 1957 l’IRI impone la fusione tra Alitalia e LAI (Linee Aeree Italiane, altra compagnia di proprietà statale) da cui nasce Alitalia-Linee Aeree Italiane, compagnia di bandiera italiana.
Alitalia nel 1982 trasporta 10 milioni di passeggeri.

Il 28 novembre 1988 riceve la Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte “per attività di mecenatismo culturale”

Nel 1993 raggiunge i 20 milioni di passeggeri trasportati, trasporta il 38,7% dei passeggeri di voli internazionali ed è la terza compagnia aerea dopo Lufthansa e British Airways.
Nel 1995 ha trasportato il 50% di tutti gli italiani che hanno preso un aereo.

Nel 1996 nasce il primo sito web di Alitalia e l’amministratore delegato Domenico Cempella porta avanti un’alleanza con la compagnia olandese KLM. 

Negli anni novanta Alitalia trasporta quasi 28 milioni di passeggeri annui ma le tensioni sindacali e l’eccessivo piano di investimenti producono risultati di bilancio deludenti. È la prima grave crisi: il traffico aereo italiano raddoppia e bisognerebbe comprare nuovi aerei. Invece si riducono le tratte intercontinentali operate.

L’alleanza con KLM doveva, nei piani dei dirigenti, fare da preludio a una fusione ma nel 2000 la compagnia olandese rompe unilateralmente l’alleanza e l’a.d. Cempella promuove un’azione legale.

Nel 2001, anno nero per l’aviazione civile mondiale, Alitalia paga più della concorrenza la flessione della domanda risentendo in particolar modo la concorrenza delle compagnie a basso costo. 

Francesco Mengozzi sostituisce Cempella, stipula un’alleanza con Air France ed entra a far parte dello SkyTeam con Aeroméxico, CSA Czech Airlines, Delta Air Lines e Korean Air. Mengozzi ottenne una fusione con Air France attribuendo ad Alitalia un terzo del capitale della rete francese ma il governo Berlusconi II respinge la proposta.

Nel 2002 termina l’azione legale di Cempella e l’arbitrato internazionale condanna KLM a pagare una penale netta di 250 milioni di euro ad Alitalia. 

Nel 2004 Alitalia ha 21294 dipendenti (di cui 4418 assistenti di volo) e una flotta di 157 aerei; il 62,4% del pacchetto azionario è dello Stato Italiano, Air France ha il 2%; possiede il 100% di Alitalia Express e di Alitalia TEAM mentre possiede il 20% di Eurofly.

Nel 2005 con Alitalia vola il 25% dei passeggeri italiani. Esattamente dieci anni prima ne trasportava il 50%.

Nel 2006 con Alitalia hanno volato più di 24 milioni di persone, con un incremento del 7,9%; fattura quasi 4 miliardi e 200 milioni di euro, l’indebitamento viene ridotto del 51% attestandosi a circa 830 milioni ed ha una perdita di esercizio di 160 milioni.

A fine anno il nuovo governo Prodi II decide di vendere il 30-40% del capitale azionario della compagnia. Dopo otto mesi, però, la gara d’Offerta Pubblica d’Acquisto fallisce per il ritiro dei concorrenti.

Il 1° agosto 2007 il presidente Berardino Libonati si dimette pochi mesi dopo l’incarico ricevuto, il suo successore sarà Maurizio Prato. 

Si tenta una seconda privatizzazione e viene manifestato interesse da Aeroflot, Air France-KLM (fusesi nel 2004), Ap Holding, Lufthansa e una cordata che ha come rappresentante legale Antonio Baldassarre (presidente del Consiglio di amministrazione della RAI, nominato durante il governo Berlusconi II)

La cordata è ammessa con riserva e composta in prevalenza da sconosciuti. Tra cui il fondo d'investimento israeliano Mivtach Shamir Ltd, la misteriosa società belga Safna (proprietaria di miniere e pozzi di petrolio in Sudafrica e Congo), il tour operator milanese I Viaggi del Ventaglio (fallito nel 2010), la società romana di informatica Engineering, Reficere Srl di Roma (gestisce un ristorante Mc Donald's all'Eur ma il bilancio 2006 non è disponibile nella banca dati Cerved), la sconosciuta società Aermar Srl di Torino (dichiara come attività il commercio di autoveicoli ma nel 2006 non aveva valore della produzione, solo costi per 960 euro e una perdita netta di 960 euro, con patrimonio netto ridotto a 43.274 euro).

La Consob chiede più trasparenza e chiede di fornire gli elementi necessari «per verificare, in via preliminare e pregiudiziale, (...) la sussistenza in capo a detta Cordata di requisiti quali: una adeguata solidità patrimoniale, adeguate competenze industriali e capacità di sostenere il rilancio della società nel lungo periodo».

I Viaggi del Ventaglio fa sapere di essere stata invitata il 4 ottobre da Baldassarre «a partecipare a una costituenda cordata finalizzata alla privatizzazione della compagnia di bandiera». La società «ha preliminarmente manifestato il proprio interesse ad esaminare l'eventuale adesione al progetto in attesa di ricevere maggiori informazioni» e ha puntualizzato che l'operazione «non prevedrebbe nessun esborso finanziario».

L'avvio della nuova tornata di privatizzazione con sei concorrenti accende l'interesse sul titolo Alitalia (+4,1% a 0,8518 euro). Dopo il calo della seduta precedente, Air France ha riguadagnato l'1% a 28,43 euro. Lufthansa è salita dell'1,1%a 20,71.

giovedì 16 ottobre 2014

Amartya Sen - terza parte



A Calcutta, Amartya Sen è stato anche nominato ad una sedia in economia presso la nuova Università di Jadavpur, dove gli è stato chiesto di creare un nuovo dipartimento di economia. Dal momento che non era ancora nemmeno 23enne, questo causò una prevedibile - e del tutto comprensibile - tempesta di proteste. Ha apprezzato l'opportunità e la sfida (anche se alcuni graffiti sui muri dell'Università mostrarono il "nuovo professore" come se fosse stato appena strappato dalla culla).
Jadavpur era piuttosto un emozionante luogo intellettualmente (i suoi colleghi erano Paramesh Ray, Mrinal Datta Chaudhuri, Anita Banerji, Ajit Dasgupta, e altri nel reparto di economia). L'Università aveva anche, tra gli altri luminari, lo storico immensamente innovativo, Ranajit Guha, che in seguito ha avviato "studi subalterni", una scuola altamente influente di storia coloniale e post-coloniale. 
Amartya ha particolarmente apprezzato il tornare ad alcuni dei problemi fondamentali che aveva dovuto un po’ trascurare a Cambridge.
Mentre la sua tesi stava tranquillamente "maturando" con il semplice decorso del tempo (per essere degni della regola dei 3 anni), Amartya si prese la libertà di sottoporla per un competitivo premio di Borsa di studio presso il Trinity College.
Dal momento che, per fortuna, è anche stato eletto, ha quindi dovuto scegliere tra continuare a Calcutta e tornare a Cambridge.
Divise il tempo e tornò a Cambridge un po' prima di quanto avesse previsto. Il Premio Borsa di studio gli diede quattro anni di libertà per fare tutto ciò che gli piacesse (senza fare domande) e prese la decisione radicale di studiare filosofia in quel periodo. Amartya è sempre stato interessato alla logica e alla epistemologia ma ben presto è stato coinvolto anche nella filosofia morale e politica (si riferivano strettamente alle sue vecchie preoccupazioni per la democrazia e l’equità).

L'ampliamento dei suoi studi in filosofia fu importante per Amartya, non solo perché alcune delle sue principali aree di interesse per l'economia riguardano molto da vicino le discipline filosofiche (per esempio, la teoria della scelta sociale fa uso intenso della logica matematica e richiama anche la filosofia morale e così fa lo studio della disuguaglianza e della privazione), anche perché ha trovato studi filosofici molto gratificanti per il proprio conto. Anzi, ha continuato a scrivere un certo numero di articoli in filosofia, particolarmente in epistemologia, etica e filosofia politica. Amartya è interessato sia all’economia che alla filosofia, l'unione dei suoi interessi nei due campi supera di gran lunga la loro intersezione. 
Quando, molti anni dopo, ha avuto il privilegio di lavorare con alcuni filosofi importanti (come John Rawls, Isaiah Berlin, Bernard Williams, Ronald Dworkin, Derek Parfit, Thomas Scanlon, Robert Nozick e altri), si è sentito molto grato al Trinity per avergli dato l'opportunità e il coraggio di entrare nella filosofia impegnativa.
Durante il 1960-1961, Amartya ha visitato M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology), in congedo dal Trinity College, vi ha trovato un grande sollievo allontanandosi dai dibattiti piuttosto sterili che gli eserciti contendenti stavano combattendo a Cambridge. Ha beneficiato notevolmente da molte conversazioni con Paul Samuelson, Robert Solow, Franco Modigliani, Norbert Wiener e altri che ha fatto del M.I.T. un posto così stimolante. Una visita estiva a Stanford gli aggiunse senso dell’ampiezza all’economia come materia. 
Nel 1963, decise di lasciare Cambridge del tutto e andò a Delhi come Professore di Economia presso alla Delhi School of Economics e all'Università di Delhi. Ha insegnato a Delhi fino al 1971. Per molti versi questo è stato il periodo più intellettualmente stimolante della sua vita accademica. Sotto la guida di K.N. Raj, un notevole economista applicato che era già a Delhi, ha fatto un tentativo di costruire una scuola superiore di economia . La Scuola di Delhi era già un buon centro per lo studio economico (sulla base del lavoro di V.K.R.V. Rao, B.N. Ganguli, P.N. Dhar, Khaleq Naqvi, Dharm Narain e molti altri, oltre a Raj), un certo numero di nuovi economisti aderì, tra cui Sukhamoy Chakravarty, Jagdish Bhagwati, A.L. Nagar, Manmohan Singh, Mrinal Datta Chaudhuri, Dharma Kumar, Raj Krishna, Ajit Biswas, K.L. Krishna, Suresh Tendulkar e altri. Delhi School of Economics ha avuto anche alcuni antropologi sociali importanti, come ad esempio M.N. Srinivas, Andre Beteille, Baviskar, Veena Das e grandi storici come Tapan Ray Chaudhuri, il cui lavoro ha arricchito le scienze sociali in generale.
Per quanto riguarda la ricerca, Amartya si tuffò a pieno ritmo nella teoria della scelta sociale nella dinamica atmosfera intellettuale di Delhi University. Il suo interesse per l'argomento si è consolidato nel corso di una visita di un anno a Berkeley nel 1964-65, dove ha avuto non solo la possibilità di studiare e insegnare qualche teoria della scelta sociale ma ha avuto anche l'opportunità unica di osservare qualche scelta sociale pratica nella forma dell’attivismo studentesco nel "movimento di libertà di parola". 

Una prima difficoltà nel perseguire la scelta sociale presso la Scuola di Delhi fu che mentre Amartya avuto la libertà di fare quello che gli piaceva, non ha, in un primo momento, avuto nessuno che fosse interessato all'argomento come disciplina formale. La soluzione, ovviamente, fu quella di avere studenti che prendessero un interesse per l'argomento. Questo è accaduto con il botto con l'arrivo di un brillante student, Prasanta Pattanaik, che ha fatto una splendida tesi sulla teoria del voto e più tardi, ha fatto anche un lavoro congiunto con Amartya (aggiungendo sostanzialmente alla portata di quello che stava cercando di fare ). 
A poco a poco, un gruppo consistente e tecnicamente eccellente di economisti interessati alla teoria della scelta sociale emerse presso la Scuola di Delhi.
La teoria della scelta sociale legata soprattutto ad un interesse più diffuso nell’aggregazione di valutazione economica e dell’elaborazione delle politiche (legata alla povertà, disuguaglianza, disoccupazione, reddito reale nazionale, tenore di vita). 
C'è stato un grande motivo di soddisfazione nel fatto che un certo numero di principali teorici della scelta sociale (in aggiunta a Prasanta Pattanaik) emanato dalla Scuola di Delhi, tra cui Kaushik Basu e Rajat Deb (che ha anche studiato con Amartya alla London School of Economics, dopo che s’è trasferito ), Bhaskar Dutta e Manimay Sengupta, tra gli altri. 
C’erano altri studenti che stavano lavorando principalmente in altri settori (questo vale pure per Basu) ma il cui lavoro e gli interessi sono stati influenzati dalla forte corrente di teoria della scelta sociale presso la Scuola di Delhi (Nanak Kakwani è un buon esempio di questo ).
Nel suo libro, Collective Choice and Social Welfare, pubblicato nel 1970, Amartya ha fatto uno sforzo per prendere una visione complessiva della teoria della scelta sociale. C’è stato un certo numero di risultati analitici da segnalare ma nonostante la presenza di numerosi "alberi" (sotto forma di particolari risultati tecnici), non ha potuto aiutare a cercare con ansia per la foresta. È dovuto tornare alla vecchia questione generale che aveva mosso così tanto la sua adolescenza al Presidency College: è ragionevole la scelta sociale a tutti possibile date le differenze tra le preferenze di una persona (compresi interessi e giudizi) e di un altro; anzi, come Horace aveva osservato molto tempo fa, ci possono essere "tante preferenze quante sono le persone"?

Il lavoro alla base di Collective Choice and Social Welfare fu in gran parte completato a Delhi ma Amartya è stato molto aiutato nel dare una forma finale da un corso congiunto sulla "giustizia sociale" che ha insegnato ad Harvard con Kenneth Arrow e John Rawls, entrambi dei quali erano meravigliosamente disponibile nel dargli le loro valutazioni e suggerimenti. Il corso congiunto fu, infatti, un bel successo sia ricevendo molte questioni importanti discusse e anche a coinvolgere una cerchia notevole di partecipanti (che erano seduti come "auditori"), tratta da economisti e filosofi stabiliti nella zona di Harvard. Era anche molto noto al di fuori del campus: ad Amartya fu chiesto da un vicino in un viaggio aereo a San Francisco se, come insegnante ad Harvard, aveva sentito parlare di un corso "apparentemente interessante" insegnato da "Kenneth Arrow, John Rawls e un tizio sconosciuto"…
C'era un altro corso ha insegnato in collaborazione con Stephen Marglin e Prasanta Pattanaik (andato anche lui a Harvard), che si occupava dello sviluppo , nonché delle politiche. Questo ben integrava i suoi coinvolgimenti nella teoria della scelta sociale pura (infatti, Marglin e Pattanaik erano entrambi molto interessati ad esaminare la connessione tra teoria della scelta sociale e altre aree in economia).