Vuoi saperne di più?

Questo è un “blog” ed è un mezzo per esprimere creatività in modo libero.

Qui vorrei far conoscere in completa autonomia i miei pensieri, i miei desideri, le mie idee, le mie esperienze, le mie riflessioni, i miei momenti, le mie storie, i miei sentimenti, i miei disagi, le mie opinioni, le mie proteste le mie considerazioni. Vorrei pure condividere notizie ed informazioni.

Il blog è uno strumento che permette ai lettori di scrivere commenti esprimendo collettivamente libere opinioni esponendo così i problemi e, entrando in collaborazione, dar voce alle soluzioni.

Accanto a ciò che si racconta ha un'importanza vitale come lo si racconta, quindi esigo “l'indipendenza per poter approvare ciò che c'è di buono e criticare ciò che c'è di male”


giovedì 21 agosto 2014

Rimborso della quota di tariffa di depurazione



L’Azienda Speciale Provinciale per la regolazione e il controllo della gestione del Servizio Idrico Integrato di Brescia, riunito il Consiglio d’amministrazione il 30 aprile 2014, ha finalmente approvato le linee guida per il rimborso della quota di tariffa di depurazione a seguito della sentenza n. 335/2008 della Corte Costituzionale.

La Corte ha dichiarato anticostituzionale la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione dovuta dagli utenti <anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi>.

I canoni di depurazione, quindi, devono essere pagati dagli utenti del servizio idrico integrato solo come corrispettivo dell’effettiva esistenza del servizio di depurazione.

<I gestori del servizio idrico integrato provvedono, anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di cinque anni, a decorrere dal 1 ottobre 2009, alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all’esercizio del servizio di depurazione … dedotti gli oneri derivanti dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento avviate>

Il soggetto competente ad individuare l’importo da restituire agli utenti è l’Autorità d’Ambito.
Il periodo oggetto del rimborso va dal 15 ottobre 2003 al 15 ottobre 2008.

Sono destinatari del rimborso gli utenti allacciati alla pubblica fognatura:
-non serviti da impianti di depurazione attivi per i quali non è in corso nessuna attività di progettazione, realizzazione, completamento o attivazione: a questi utenti spetta la restituzione dell’intera quota della tariffa di depurazione
-non serviti da impianti di depurazione attivi per i quali sia in corso attività di progettazione, realizzazione, completamento o attivazione a questi utenti spetta la restituzione della tariffa di depurazione non dovuta dedotti gli oneri deducibili
-non serviti perché gli impianti di depurazione risultano temporaneamente inattivi o sono stati temporaneamente inattivi: a questi utenti spetta la restituzione della tariffa di depurazione non dovuta dedotti gli oneri deducibili

Gli utenti aventi diritto sono comunque individuati dai gestori in appositi elenchi pubblicati sul sito internet dell’A2A Ciclo Idrico S.p.A.
Sul sito è pubblicato il modulo di richiesta del rimborso che, compilato, dovrà essere presentato al gestore entro l’1 ottobre 2014, tramite raccomandata, fax, e-mail (PEC) o direttamente allo sportello.

Il rimborso all’utente avente diritto sarà effettuato di norma mediante compensazione nella prima bolletta utile dopo l’accogliento dell’istanza.
Il diritto alla restituzione spetta all’utente il cui rapporto obbligatorio con il gestore non sia “esaurito” al 15 ottobre 2008, nel senso che le situazioni giuridiche coinvolte non siano divenute irrevocabili in conseguenza di eventi che l’ordinamento riconosce idonei a produrre tale effetto, quali le sentenze passate in giudicato, la prescrizione o la decadenza.

Ho sottolineato la parola "finalmente" perchè il rimborso lo richiesi già il 3 gennaio 2012

sabato 16 agosto 2014

Consiglio comunale – 23 giugno 2009



A distanza di più 5 anni, è sicuramente possibile fare un’analisi di quel primo Consiglio comunale.
Tralascio, per volontà, la “resa dei conti” post calunnia elettorale.

Dopo aver definito la Giunta, si parlò di federalismo fiscale.

Si dichiarò attenzione al sito internet con uno spazio per le Associazioni. Lascio a voi il giudizio sul sito internet ma le Associazioni starebbero ancora aspettando il loro spazio…

Si affermò che il Bilancio sociale di fine mandato era errato. Ah! Però… A quando la nuova edizione?

Si parlò del potenziamento della raccolta differenziata.
Si parlò del raccoglimento dei rifiuti urbani.

Si parlò del progetto “Tempi & orari”: una sorta di Taxibus nella fascia oraria pomeridiana. Beh, si vede che i “Tempi” di applicazione del progetto saranno molto lunghi… Mai visto! Meglio quindi pubblicare un'immagine per provare a comprendere meglio...

Si parlò dell’Istituto comprensivo e specificatamente dei laboratori didattici nel seminterrato e dello spostamento della Biblioteca.

Si parlò delle fognature. Ehm…la parola ai vari abitanti ancora sprovvisti…

Si parlò del collegamento col collettore di valle.

Si parlò dei cimiteri di Gombio e Polaveno.

Si parlò di nuovi locali per le Associazioni.

Si parlò di un parco giochi in via Gorgo…Ehm, spero che i bimbi, in questi 5 anni, abbiano trovato altri luoghi per giocare…

Si parlò del Punto acqua.

Si parlò di assegni di studio per le scuole medie, superiori e per i laureati.

Si disse che la Cultura sarebbe stata lasciata alle Associazioni.
Per lo Sport, idem con patate. Risultato: palestra chiusa.

Per la caccia si disse che ci sarebbero stati dei contributi.

Si parlò della continuità didattica dicendo che la stabilità degli insegnanti è garantita di anno in anno. A parte che neanche questa garanzia c’è stata ma comunque il percorso scolastico è pluriennale. Spero comunque che i genitori, insieme agli insegnanti, definiscano chiaramente, concretamente e pubblicamente i problemi di gestione rilevati all’interno dell’Istituto comprensivo. Affinché si possano affrontare e migliorare. Meglio chiarire va’!

L’Assessore alla Nettezza urbana si dichiarò non ambientalista salvo poi dire che è ambientalista ma ambientalista di seconda classe… Capito tutto?

L’ultimo atto del primo Consiglio comunale consistette nell’elezione della Commissione elettorale. Come effettivi furono eletti Gabriele Labemano, Enrico Belleri e Sandra Gelsomini. Come supplenti furono invece eletti Giovanni Tagliani, Simone Labemano e Monica Guerini.

giovedì 14 agosto 2014

Roma 2012-2013 - 35° incontro europeo organizzato dalla comunità di Taizé - seconda parte



La mattina del 28 dicembre mi sveglio tranquillamente alle 7:30. Trovo un biglietto dei miei amici croati con scritto di aprir la finestra una volta svegliato. Che carini!
Faccio un po' di ginnastica, una doccia e poi colazione. Che stomaco i polacchi! Uova al tegamino (ciarighì) di mattina.
Con Francesca andiamo a Villa Borghese.

Ci facciamo un giro in barca.

Andiamo a visitare la mostra sul pittore Paul Klee ospitata dalla Galleria nazionale d'arte moderna.
Pranziamo al sacco e prendiamo un tram verso il Colosseo. Poi, con Fabio, Davide e Gianmartino ci facciamo un aperitivo sull'Isola Tiberina. Cenerò all'aperto alla stazione Termini con vari senzatetto.
Nella preghiera comune delle 19:30 nella Basilica di Santa Maria Maggiore, scandalizzerò con i miei piedi.
Beati coloro che non si scandalizzeranno di me” - disse quel Tale.

Birrettina con Emma, Maria, Alberto, Davide e Gianmartino.
Bel rientro a casa: finalmente i miei amici croati seduti al tavolo della sala con un polacco.
Scopriamo che Ola è la bionda ucraina e Olana è polacca.
Scopriamo anche che la strada per lo stadio passa per la fermata della metro Flaminio da cui poi si prende il tram 2 per Piazza Mancini.
Il 29 dicembre mi sveglio alle 7.
Dobro jutro (buongiorno)
Ginnastichina, doccia e colazione nella sala nuova.
Preghiera con una sessantina di persone nella nostra parrocchia.
Non avrei voluto fare gli small groups perché le domande in programma erano talmente incolore e così è impossibile rispondere completamente, in poco tempo e nella lingua concessa. Quindi avrei voluto saltare questo momento ma Francesca stamattina era particolarmente acida ed avevo perciò deciso di cedere alle sue suppliche, senonché, non avendo ancora consegnato le carte di “iscrizione” non figuravamo tra i presenti e non avevamo un gruppo assegnato. Così Francesca è rimasta con un gruppo fermatosi in chiesa mentre io ero intenzionato a visitare la Bocca della Verità o l'Arco di Costantino.
Scendo alla fermata del Colosseo e mi accorgo che l'Arco l'ho già visto.
Nel mentre mi chiama Fabio di Iurs che è ad un bar al Circo Massimo a far colazione.

Così raggiungo lui e Gianmartino perché la Bocca presso la Chiesa di Santa Maria in Cosmedin è vicina. Vicina sì ma ostruita da una lunga fila di persone in attesa. Slavan! (famosa)
Decidiam quindi di visitare i luoghi attorno prima di andare a ritirare il cibo al Circo Massimo.
Che folla!
Infatti rimango stupito ma non troppo dall'aver saputo che Francesca s'era sentita maluccio nell'attesa della consegna.
Visitiamo il giardino degli aranci.

Visitiamo dove gli Iurs dormono. Figata! È il monastero di Sant'Anselmo e si trova sull'Aventino, non lontano dal Circo Massimo. Pagheranno l'IMU sti qua??
Ci dirigiamo in Piazza San Pietro: preghiera papale!
Non capisco tutte ste mura: la chiesa non è cattolica e cioè universale?
Forti emozioni nel cuore. Non so descriverle a parole ma mentre tutti erano eccitati e fremevano per l'attesa, io parevo essere in un altro luogo a guardare con rispetto ma non con stima i comportamenti arroganti ed altezzosi delle guardie che si ponevano a controllo.
Quando ho visto Bene XVI sfilarmi accanto sulla papamobile mi ha dato l'impressione di una persona anziana ed in sofferenza ma ben felice di vedere una così gran massa di giovani!
Una preghiera intensamente animata ha fatto da contrasto alla fredda aria che abbiamo sopportato. Vedere poi Alois chiaro, preciso e profondo nella sua esposizione, vederlo così giovane ed importante e pensare che ha messo le sue dita sulla mia fronte.....beh, è pazzesco!
Un altro contrasto ci è stato offerto dalla differenza di abiti tra Alois e Benedetto...
A fine preghiera, i frères hanno salutato ad uno ad uno il papa, scambiandosi qualche parola. Nel nostro gruppo s'aspettava di vedere il caro Leandro ed abbiamo dovuto attendere molto perché lui è stato l'ultimo. Chissà che si saranno detti...
Mentre la folla tentava di sfilare verso l'uscita, io, Davide, Francesca e gli altri, fedeli al programma, ci siam messi a mangiare in Piazza mentre Fabio e Gianmartino si recavano al fast-food.
Purtroppo però, i carabinieri italiani hanno cominciato a sloggiarci sostenendo di dover liberare i primi due settori. Ok. Nostro malgrado, col boccone in gola, lasciamo i nostri posti.
Usciti dai settori indicati, immobili tra la folla che si dirigeva fuori, io e Francesca ci sediamo per inghiottire qualche altro pezzo di pane. Bon?
No! Altri carabinieri arrivano e ci dicono di uscire.

A sto punto non posso stare zitto e mi dirigo da loro facendo presente che il programma organizzativo era chiaro: si doveva cenare in Piazza San Pietro dopo la preghiera, avendo molta cura di non lasciare rifiuti. Dove possono andare ora le circa 50mila persone a cenare? Per le strade? Ad otturare il traffico?
La risposta che ho avuto è stato un laconico e ripetuto: “Non so che dirle”
Ancora una volta ho avuto la conferma che quando qualcosa non va bene è perché ci sono persone che accettano sia così.
Dopo una divertente ma fredda serata ce ne torniamo a casa e vi trovo il polacco Tomas (solo al momento ho scoperto il suo nome...) che mi offre di stare al tavolo con lui davanti a due bicchieri di vino che son presto diventati due litri con l'arrivo del prete Pavel e poi dei croati.
Belle discussioni prima però che Padre Ivo redarguisca i croati per il loro ritardo nel rientro serale dicendo che domani dovranno tornare per le 10!
Mir s tobom (pace a voi)
Mir je sve (pace è tutto)
Doccia, sì, doccia di nuovo perché Ivo ci ha informati che domattina dovremo lasciare liberi i bagni per gli ospiti dell'altro palazzo.
Hrvala chiede il mio numero per trovarci domani a ber qualcosa insieme. Non devono tornar presto?

Bok! (ciao!)

mercoledì 13 agosto 2014

«Efficienza ed efficacia devono diventare le parole chiave»



Nell'Unione europea, nel 2012, l'energia proveniente da fonti rinnovabili ha contribuito per il 14,1% del consumo finale lordo (era 8,3% nel 2004). La strategia Europa 2020 prevede di raggiungere il 20% di rinnovabili nei consumi finali (usi elettrici, termici, trasporto) entro il 2020 e raggiungere il 48% entro il 2030.

Il più forte aumento della quota di energie rinnovabili tra il 2004 ed il 2012 è stato registrato in Svezia (dal 38,7% nel 2004 al 51,0% nel 2012), Danimarca (dal 14,5% al 26,0%), Austria (dal 22,7% al 32,1%) e Grecia (dal 7,2% al 15,1%). L'Italia viene subito dopo (dal 5,7% al 13,5%) ma l'obiettivo nazionale del nostro Paese per il 2020 è il 17%.
Nel 2011 l'Estonia era stata il primo Paese UE a raggiungere il suo obiettivo nazionale per Europa 2020 e nel 2012 è stata raggiunta da Bulgaria (16%), Estonia (25%) e Svezia (49%). Le più alte percentuali di energie rinnovabili nel consumo finale di energia nel 2012 sono state registrate in Svezia (51,0%), Lettonia (35,8%), Finlandia (34,3%) e Austria (32,1%). In coda alla classifica c'è Malta (1,4%), preceduta da Lussemburgo (3,1%), Gran Bretagna (4,2%) e Olanda (4,5%).

Dopo un periodo di forte crescita che nel 2012 ha portato le fonti rinnovabili a soddisfare il 13% del consumo interno lordo di calore ed il 28% di elettricità (con ricadute positive per l'ambiente, l'occupazione e gli investimenti), nel 2013 il settore ha registrato un durissimo stop. Secondo Bloomberg new energy finance, c'è stato in Italia un calo di oltre il 70% degli investimenti nelle fonti rinnovabili, da 15 miliardi di dollari nel 2012 a 4 miliardi nel 2013. In termini di nuova potenza annua installata, si è passati da 3,6 GW a 1,1 GW nel fotovoltaico (-70%), da 1,2 GW a 0,4 GW nell'eolico (-65%), da 150 MW a 70 MW nel minihydro (-55%).

Comuni Rinnovabili 2014, dossier di Legambiente, ci dice che in Italia, nel 2013, erano 700mila gli impianti da fonti rinnovabili (fotovoltaico, termico, idroelettrico, geotermico, biomasse...) per una produzione d'energia di 104 TWh che copre il 32,9% dei consumi elettrici italiani. Grazie alla produzione da fonti rinnovabili, 2629 Comuni in Italia sono autonomi rispetto ai consumi elettrici e 79 sono autonomi rispetto ai consumi termici.

I seguenti 29 Comuni sono rinnovabili al 100%:

Un premio Buona Pratica è stato assegnato al Comune di Albino (BG) per aver investito 1,6 milioni di euro per installare 552 kW di pannelli fotovoltaici.

Sono 7906 i Comuni del solare in Italia, 1529 i Comuni delle bioenergie, 1123 i Comuni del mini idroelettrico (impianti fino a 3 MW, sono in grado di produrre ogni anno oltre 5,2 TWh soddisfacendo oltre 1,8 milioni di famiglie), 628 i Comuni dell'eolico (hanno consentito di produrre 14,8 TWh soddisfacendo oltre 5,5 milioni di famiglie), 372 i Comuni della geotermia (hanno prodotto circa 5,3 TWh soddisfacendo 1,9 milioni di famiglie).

Il nostro Paese risulta quarto in classifica come mercato attrattivo per la geotermia, al dodicesimo posto per l'idroelettrico, l'undicesimo per il fotovoltaico, il quindicesimo per le biomasse e il ventiduesimo per l'eolico.

"I risultati raggiunti dalle rinnovabili nel nostro Paese in termini di produzione e distribuzione nel territorio erano semplicemente inimmaginabili solo 10 anni fa e dimostrano come gli impianti sono affidabili e competitivi. Ora però non dobbiamo fermarci perché la crisi economica e i problemi energetici italiani (costi crescenti in bolletta, dipendenza dall'estero e quindi insicurezza, emissioni inquinanti e di gas serra) possono trovare risposta proprio attraverso un modello di generazione distribuito, efficiente e da fonti rinnovabili. L'Italia ha tutto l'interesse a percorrere questa direzione che permette a famiglie e imprese di risparmiare autoproducendo l'energia termica e elettrica di cui hanno bisogno e gestendola in maniera più efficiente" - Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, che, inoltre, ha rivolto un appello a Governo ed Autorità per l'energia chiedendo di aprire la strada all'autoproduzione da fonte rinnovabili, da cui passerà il futuro energetico degli italiani e la riduzione della spesa.

Il Consiglio nazionale della green economy si è riunito a marzo 2014 ed ha indicato al governo Renzi due priorità necessarie in tema delle fonti rinnovabili, settore di grande importanza per mitigare la crisi climatica e promuovere la green economy:
-attivare una seria azione in favore della semplificazione burocratica per gli impianti di produzione di energia rinnovabile, secondo criteri di massima trasparenza e certezza dei tempi;
-definire una politica di sviluppo degli investimenti per le rinnovabili che, pur muovendosi verso un graduale superamento dei sistema degli incentivi in tariffa preveda "nuove forme di fiscalità...//...finalizzate a orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili, rivedere la disciplina delle accise sui prodotti energetica e sull'energia elettrica, anche in funzione del contenuto di carbonio".
Le poche ma significative centrali a carbone sono oggi meno costose di quelle a gas. Se la politica ambientale europea fosse coerente, il carbone sarebbe fuori gioco ma visto che il sistema europeo di pagamento per le emissioni di gas serra prevede ancora prezzi bassi per chi inquina, il risultato è che centrali programmate per funzionare più di 5mila ore l'anno producono anche meno della metà di quanto potrebbero. Grazie alla legge Marzano del secondo governo Berlusconi (e grazie ai capacity payment da essa previsti) noi consumatori remuneriamo le imprese non per quel che producono ma per il fatto che la loro capacità produttiva è a disposizione. Si stima che i consumatori sborsino per questo circa 1 miliardo di euro all'anno dal 2017.

Stiamo pagando circa 5,03 miliardi di euro per tutte le tipologie di incentivo riconosciute agli impianti a fonte rinnovabile diversi dai fotovoltaici (questi hanno già raggiunto la soglia massima di 6,7 miliardi annui di costo degli incentivi). Tra queste tipologie di incentivi, più della metà riguardano i Certificati Verdi (2887 milioni di euro), seguiti dalla Tariffa onnicomprensiva (1438 milioni), dai Registri e dalle Aste (415 milioni), dal CIP6 (224 milioni) e dagli impianti in esercizio (67 milioni). Dal punto di vista delle fonti rinnovabili, quella maggiormente incentivata rimane l'eolico con 1377 milioni di euro annui (il 27% del totale), al biogas vanno 1298 milioni di euro, 1068 milioni all'idroelettrico, 735 milioni alle biomasse, 415 milioni ai bioliquidi e 134 milioni al geotermico. 
Riguardo al peso degli incentivi alle rinnovabili sulla bolletta energetica, nella componente A3 della bolletta (ha un costo totale di 12 miliardi di euro l'anno) assieme ai sussidi per le energie rinnovabili sono compresi anche costi che non hanno nulla a che fare con esse (Iva, oneri per la dismissione del nucleare, contributi per le piccole isole, sconti per le ferrovie...) e che pesano per almeno 3 miliardi di euro.

Urge trovare un equilibrio tra le esigenze ambientali, la tutela dei consumatori e l'incentivo ad investire.