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giovedì 14 agosto 2014

Roma 2012-2013 - 35° incontro europeo organizzato dalla comunità di Taizé - seconda parte



La mattina del 28 dicembre mi sveglio tranquillamente alle 7:30. Trovo un biglietto dei miei amici croati con scritto di aprir la finestra una volta svegliato. Che carini!
Faccio un po' di ginnastica, una doccia e poi colazione. Che stomaco i polacchi! Uova al tegamino (ciarighì) di mattina.
Con Francesca andiamo a Villa Borghese.

Ci facciamo un giro in barca.

Andiamo a visitare la mostra sul pittore Paul Klee ospitata dalla Galleria nazionale d'arte moderna.
Pranziamo al sacco e prendiamo un tram verso il Colosseo. Poi, con Fabio, Davide e Gianmartino ci facciamo un aperitivo sull'Isola Tiberina. Cenerò all'aperto alla stazione Termini con vari senzatetto.
Nella preghiera comune delle 19:30 nella Basilica di Santa Maria Maggiore, scandalizzerò con i miei piedi.
Beati coloro che non si scandalizzeranno di me” - disse quel Tale.

Birrettina con Emma, Maria, Alberto, Davide e Gianmartino.
Bel rientro a casa: finalmente i miei amici croati seduti al tavolo della sala con un polacco.
Scopriamo che Ola è la bionda ucraina e Olana è polacca.
Scopriamo anche che la strada per lo stadio passa per la fermata della metro Flaminio da cui poi si prende il tram 2 per Piazza Mancini.
Il 29 dicembre mi sveglio alle 7.
Dobro jutro (buongiorno)
Ginnastichina, doccia e colazione nella sala nuova.
Preghiera con una sessantina di persone nella nostra parrocchia.
Non avrei voluto fare gli small groups perché le domande in programma erano talmente incolore e così è impossibile rispondere completamente, in poco tempo e nella lingua concessa. Quindi avrei voluto saltare questo momento ma Francesca stamattina era particolarmente acida ed avevo perciò deciso di cedere alle sue suppliche, senonché, non avendo ancora consegnato le carte di “iscrizione” non figuravamo tra i presenti e non avevamo un gruppo assegnato. Così Francesca è rimasta con un gruppo fermatosi in chiesa mentre io ero intenzionato a visitare la Bocca della Verità o l'Arco di Costantino.
Scendo alla fermata del Colosseo e mi accorgo che l'Arco l'ho già visto.
Nel mentre mi chiama Fabio di Iurs che è ad un bar al Circo Massimo a far colazione.

Così raggiungo lui e Gianmartino perché la Bocca presso la Chiesa di Santa Maria in Cosmedin è vicina. Vicina sì ma ostruita da una lunga fila di persone in attesa. Slavan! (famosa)
Decidiam quindi di visitare i luoghi attorno prima di andare a ritirare il cibo al Circo Massimo.
Che folla!
Infatti rimango stupito ma non troppo dall'aver saputo che Francesca s'era sentita maluccio nell'attesa della consegna.
Visitiamo il giardino degli aranci.

Visitiamo dove gli Iurs dormono. Figata! È il monastero di Sant'Anselmo e si trova sull'Aventino, non lontano dal Circo Massimo. Pagheranno l'IMU sti qua??
Ci dirigiamo in Piazza San Pietro: preghiera papale!
Non capisco tutte ste mura: la chiesa non è cattolica e cioè universale?
Forti emozioni nel cuore. Non so descriverle a parole ma mentre tutti erano eccitati e fremevano per l'attesa, io parevo essere in un altro luogo a guardare con rispetto ma non con stima i comportamenti arroganti ed altezzosi delle guardie che si ponevano a controllo.
Quando ho visto Bene XVI sfilarmi accanto sulla papamobile mi ha dato l'impressione di una persona anziana ed in sofferenza ma ben felice di vedere una così gran massa di giovani!
Una preghiera intensamente animata ha fatto da contrasto alla fredda aria che abbiamo sopportato. Vedere poi Alois chiaro, preciso e profondo nella sua esposizione, vederlo così giovane ed importante e pensare che ha messo le sue dita sulla mia fronte.....beh, è pazzesco!
Un altro contrasto ci è stato offerto dalla differenza di abiti tra Alois e Benedetto...
A fine preghiera, i frères hanno salutato ad uno ad uno il papa, scambiandosi qualche parola. Nel nostro gruppo s'aspettava di vedere il caro Leandro ed abbiamo dovuto attendere molto perché lui è stato l'ultimo. Chissà che si saranno detti...
Mentre la folla tentava di sfilare verso l'uscita, io, Davide, Francesca e gli altri, fedeli al programma, ci siam messi a mangiare in Piazza mentre Fabio e Gianmartino si recavano al fast-food.
Purtroppo però, i carabinieri italiani hanno cominciato a sloggiarci sostenendo di dover liberare i primi due settori. Ok. Nostro malgrado, col boccone in gola, lasciamo i nostri posti.
Usciti dai settori indicati, immobili tra la folla che si dirigeva fuori, io e Francesca ci sediamo per inghiottire qualche altro pezzo di pane. Bon?
No! Altri carabinieri arrivano e ci dicono di uscire.

A sto punto non posso stare zitto e mi dirigo da loro facendo presente che il programma organizzativo era chiaro: si doveva cenare in Piazza San Pietro dopo la preghiera, avendo molta cura di non lasciare rifiuti. Dove possono andare ora le circa 50mila persone a cenare? Per le strade? Ad otturare il traffico?
La risposta che ho avuto è stato un laconico e ripetuto: “Non so che dirle”
Ancora una volta ho avuto la conferma che quando qualcosa non va bene è perché ci sono persone che accettano sia così.
Dopo una divertente ma fredda serata ce ne torniamo a casa e vi trovo il polacco Tomas (solo al momento ho scoperto il suo nome...) che mi offre di stare al tavolo con lui davanti a due bicchieri di vino che son presto diventati due litri con l'arrivo del prete Pavel e poi dei croati.
Belle discussioni prima però che Padre Ivo redarguisca i croati per il loro ritardo nel rientro serale dicendo che domani dovranno tornare per le 10!
Mir s tobom (pace a voi)
Mir je sve (pace è tutto)
Doccia, sì, doccia di nuovo perché Ivo ci ha informati che domattina dovremo lasciare liberi i bagni per gli ospiti dell'altro palazzo.
Hrvala chiede il mio numero per trovarci domani a ber qualcosa insieme. Non devono tornar presto?

Bok! (ciao!)

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