Il 21 dicembre 2007 Alitalia individua Air France-KLM come interlocutore
per avviare una trattativa in esclusiva. La scelta è poi avallata anche dalla
Stato italiano.
Nel 2007 Alitalia ha 20mila dipendenti, ha trasportato più di 24 milioni di
passeggeri, ha un profitto di 494,65 milioni di euro ed un risultato di
esercizio di 310,38 milioni.
A gennaio 2008 il capitale azionario della compagnia è così suddiviso:
49,90% al Ministero dell’Economia e delle Finanze; 2,37% al TT International e
il 47,73% al flottante della Borsa italiana. Detiene il 100% di Alitalia
Express, del Gruppo Volare, di Aviofin e di Sisam; il 51% di Alitalia Servizi;
il 40% di Alicos; il 20% di Italiatour; il 6% di Alinsurance (indirettamente
l’88%); il 40% indiretto di Verona Cargo e il 25% indiretto di SASCO.
Il Gruppo Alitalia chiude il 2007 con 4,8 miliardi di euro di ricavo
operativo; un EBIT negativo per 310,38 milioni ed un indebitamento finanziario
netto di 1,16 miliardi.
Secondo il report annuale della rivista specializzata Air Transport World,
Alitalia per l’anno 2007 oscilla tra il 23° e il 25° posizionamento a livello
mondiale.
A marzo 2008 Alitalia ha una flotta di 172 aerei.
Il 15 marzo 2008 Alitalia accetta l’offerta vincolante di Air France-KLM.
L’offerta prevede: scambio del 100% delle azioni Alitalia con permuta di 160
azioni Alitalia per ogni azione Air France-KLM con OPA sul 100% delle
obbligazioni convertibili Alitalia. L’offerta vale 1,7 miliardi di euro:
ricapitalizzazione di 1 miliardo; 138,5 milioni per le azioni Alitalia
(valutate singolarmente 0,099€) e 608 milioni per le obbligazioni convertibili.
L’accordo di massima prevede 2100 esuberi e la riduzione della flotta a 149
aerei. L’offerta è vincolante e prevede condizioni da risolvere entro il 31
marzo 2008 tra cui l’accordo con i sindacati e l’impegno scritto del Governo a
mantenere il portafoglio dei diritti di traffico di Alitalia. Alitalia resterà
autonoma, resterà italiana, resterà col proprio marchio, logo e livrea. Lo
Stato italiano avrà l’1,4% del capitale di Air France-KLM.
È così che a fine marzo Alitalia diventa uno dei principali temi
dell’infuocata campagna elettorale per le elezioni politiche. Sergio Romano sul
Corriere della Sera del 23 marzo fa notare che una questione così grave
richiederebbe di essere trattata con una serietà che è difficile ottenere da
forze politiche impegnate a sgambettarsi in una campagna elettorale, nonostante
Romano Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri uscente, scelga di non
toccare l’argomento.
Berlusconi propone la cordata italiana rappresentata da Antonio Baldassarre
per mettere in difficoltà gli avversari.
La Sinistra Arcobaleno picchia sul grande Partito Democratico che è suo
diretto concorrente a sinistra, critica Berlusconi per il mancato salvataggio
negli anni del suo Governo e critica nel merito la proposta di Air France-KLM.
Casini è concorrente del Popolo della Libertà e polemizza con Berlusconi
schierandosi col Partito Democratico.
Più interessante sarebbe capire se credono che senza la vendita ad un
compratore credibile si possa evitare il fallimento dell’azienda o se credono
che i giochi del passato possano essere riproposti all’infinito.
Il 2 aprile 2008 il Presidente Maurizio Prato si dimette a causa del
mancato accordo con i sindacati. Berlusconi rifiuta, in caso di una sua
elezione a Presidente del Consiglio dei Ministri, di garantire l’impegno del
Governo.
Le condizioni preliminari chieste da Air France-KLM non vengono così
soddisfatte e il 21 aprile il Presidente Jean-Cyril Spinetta annuncia il ritiro
dell’offerta d’acquisto.
Il mattino successivo, alla ripresa delle contrattazioni in Piazza Affari,
il titolo della compagnia di bandiera subisce una pioggia di vendite fino a far
segnare un calo teorico dell’11,29% a 0,55€. A Parigi, invece, l’andamento di
Air France-KLM fa segnare un rialzo del 2,3%.
Il Partito Democratico diffonde un comunicato che inizia così: “Come
avevamo previsto, dichiarazioni avventare e comportamenti non responsabili
hanno fatto naufragare la trattativa con Air France, mettendo a repentaglio il
destino di Alitalia e di decine di migliaia di lavoratori”
Più diretto il Ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa: “La soluzione
francese è stata fatta tramontare da Berlusconi”
Il 22 aprile 2008, il Consiglio dei Ministri, su richiesta di Berlusconi,
adotta un decreto legge che concede un prestito ponte ad Alitalia di 300
milioni di euro da restituire entro il 31 dicembre. Il prestito è erogato a
tassi di mercato, è necessario “evitare l’interruzione della continuità
territoriale e problemi di ordine pubblico”. Dovrebbe garantire la continuità
aziendale per le prossime settimane per avere il tempo di strutturare eventuali
soluzioni alternative.
L’iniziativa è contestata dalla Commissione Europea perché ravvisa illeciti
aiuti di Stato. Il caso è seguito da Antonio Tajani, neocommissario europeo per
i Trasporti. Dichiara il direttore generale ai Trasporti Michele Cercone:
“Abbiamo dubbi sulla natura delle misure e vogliamo avere dettagli”
Il titolo in Borsa sale del 3,54% a 0,57€.
Maggio 2008: cambia il Governo. Berlusconi: “Ora di Alitalia me ne occupo
io”
Il 21 maggio il Governo Berlusconi IV converte il prestito ponte in
patrimonio netto per la società.
I contribuenti italiani possono dare ufficialmente addio ai 5 euro a testa
che sono stati costretti a “prestare” all’Alitalia il 5 maggio. Il cosiddetto
prestito statale da 300 milioni di euro verrà utilizzato per coprire le perdite
della compagnia e per reintegrare il patrimonio netto.
Di fatto, è come se il Governo avesse anticipato una ricapitalizzazione con
fondi statali trasformando in capitale un prestito. Un passaggio ardito dal
punto di vista legale.
Nel primo trimestre 2008 la perdita di Alitalia prima delle tasse è di 215
milioni di euro (62 milioni in più dell’esercizio precedente). Il patrimonio
netto al 31 marzo è di circa 360 milioni (erano 573 milioni a fine 2007)
L’aviolinea non ha copertura assicurativa contro il caro-petrolio e, con
una flotta di 172 aerei, è già in situazione di bancarotta.
L’offerta di Air France-KLM prevedeva una ricapitalizzazione di 1 miliardo
di euro entro giugno. Quei soldi ora farebbero comodo per tenere in vita
Alitalia che brucia liquidità al ritmo di 1 milione al giorno.
Il Governo dà mandato, fino a metà agosto, all’Istituto di credito
Intesa-Sanpaolo di trovare un acquirente. Secondo la stampa, il progetto allo
studio della banca prevedrebbe il ricorso al commissariamento (secondo la
modifica alla Legge Marzano che pare proprio riveduta appositamente per il caso
Alitalia) e la successiva fusione con Air One con 3250 esuberi.
Il CdA chiede la dichiarazione d’insolvenza al Tribunale di Roma. La
compagnia passa in amministrazione straordinaria e il 29 agosto 2008 il Governo
nomina Augusto Fantozzi come commissario straordinario della compagnia.
Questo è il risultato ufficiale del 2007 dell’Alitalia: la perdita, già
accertata in 364 milioni di euro prima delle tasse, sale ad un passivo netto di
495 milioni (inferiore ai 626 milioni del 2006), la perdita operativa è stata
di 310 milioni (inferiore ai 466,5 milioni del 2006), i ricavi del traffico
sono 4354 milioni, i costi per il personale sono saliti da 739 a 852 milioni,
il patrimonio netto consolidato al 31 dicembre scorso era di 381 milioni.
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