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giovedì 19 marzo 2015

“Un’altra difesa è possibile”

Ci si può impegnare nel costruire percorsi di pace partendo da una riflessione su tutto ciò che ha alienato, offeso ed annullato l'umanità.

La guerra, la violenza, ogni forma di violenza, come pure le ingiustizie presenti nel mondo producono sofferenza, distacco dagli affetti e dall'insieme di relazioni, generando pertanto solitudine, povertà e paura del futuro.
La guerra è sofferenza, porta morte, distruzione, malinconia” - Vincenzo T.

La donna è doppiamente vittima: oltre a subire la guerra deve curare le ferite morali e fisiche dell'uomo” - Mohamed M.
I molti conflitti armati che ancora oggi affliggono il mondo ci presentano ogni giorno una drammatica immagine di miseria, fame, malattie e morte.
Guerre e conflitti non si possono fermare con le armi. Non sarà l’invio di fucili e di cacciabombardieri in Iraq a fermare l’Isis; né il commercio e le esportazioni di armi in Israele aiutano certo a fermare le ingiustizie, le sopraffazioni e le stragi ai danni della popolazione palestinese che vive a Gaza e nei territori occupati. La storia recente parla da sola. La guerra “infinita” e quella “umanitaria” non hanno portato pace ma alimentato i conflitti interni in Afghanistan, in Iraq come in Libia e, semmai, hanno dato ossigeno a quei fondamentalismi che, cavalcando e alimentando lo scontro con l’occidente, sperano di estendere il proprio controllo su quei territori. Non è dunque di aerei di attacco, capaci di trasportare bombe nucleari, né di sommergibili o portaerei che il mondo ha bisogno. Piuttosto occorre aumentare il numero delle persone disposte a costruire la pace dal basso intervenendo nelle zone di conflitto con azioni nonviolente di interposizione, interventi umanitari a supporto delle popolazioni civili, attività di monitoraggio della garanzia dei diritti umani, iniziative di mediazione che favoriscano il dialogo tra le diverse parti in conflitto” – Grazia Naletto

È in questo momento che si presenta la Proposta di Legge di iniziativa popolare per la Difesa civile non armata e nonviolenta. Si tratta ora di raccogliere 50mila firme autenticate (c'è tempo fino al 28 maggio) per poi presentare il testo di legge alla Camera dei Deputati, chiedendone la discussione.

L'articolo 52 della Costituzione Italiana dice: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.”
Non parla di “difesa armata o militare” ma semplicemente di “difesa”. I Costituenti già immaginavano che vi potessero essere diverse modalità di difesa. Il problema è che è sempre e solo stata finanziata la difesa militare armata e non si è mai data una possibilità alla difesa nonviolenta di dimostrare la sua efficacia.” – Mao Valpiana, direttore di Azione nonviolenta

Pietro Pinna, tra i primi obiettori italiani nel 1949, nel corso della sua vicenda giudiziaria si disse disponibile ad essere impiegato nei servizi di “sminamento” (in quegli anni erano ancora molte le bombe inesplose che potevano provocare gravi danni alla popolazione) per dimostrare che il suo rifiuto di indossare la divisa e le armi non veniva fatto per viltà. Ripudiava la guerra ma era pronto ad assolvere un servizio civile per la pace.” – Mao Valpiana, direttore di Azione nonviolenta
La proposta intende dare attuazione all’art. 11 della nostra Costituzione che sancisce il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, rivendicando il diritto dei cittadini a svolgere un ruolo attivo nella difesa del paese attraverso la promozione di interventi civili e non violenti di pace.” – Grazia Naletto
Favorire la prevenzione dei conflitti armati, la mediazione, la riconciliazione, la promozione dei diritti umani, la solidarietà internazionale, l’educazione alla pace.” – Pasquale Pugliese, Segretario del Movimento Nonviolento
Lenire le differenze sociali, le disuguaglianze, la promozione della cultura, la tutela del territorio e del patrimonio ambientale, per ricostruire e garantire la coesione sociale, l’educazione dei giovani alle diverse forme di cittadinanza partecipata e l’integrazione delle diversità. In poche parole, la difesa della Patria…ecco che la difesa della Patria, così ampiamente intesa, diventa nuovamente tema di interesse per tutti i cittadini, non più chiamati alle armi ma all’impegno” – Enrico Maria Borrelli, Presidente Forum Nazionale Servizio Civile


Si difende la Patria contrastando le situazioni di degrado sociale, culturale ed ambientale, difendendo l’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai danni cagionati dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni.
Si difende la Patria difendendo la Costituzione ed i diritti civili e sociali che in essa sono affermati.

È giunto ormai il tempo di passare dalla retorica della pace che prepara sempre nuove guerre alla politica per la pace che ne prepara e costruisce la difesa che, essendo “civile, non armata e nonviolenta” ha bisogno della partecipazione di tutti, a cominciare dall’impegno di ciascuno nella raccolta delle firme necessarie.” – Pasquale Pugliese