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Accanto a ciò che si racconta ha un'importanza vitale come lo si racconta, quindi esigo “l'indipendenza per poter approvare ciò che c'è di buono e criticare ciò che c'è di male”


martedì 27 ottobre 2015

Amartya Sen - quinta parte

Nel riorientamento della sua ricerca, Amartya ha beneficiato molto dalle discussioni con sua moglie Eva Colorni, con la quale ha vissuto dal 1973 in poi. Gli standard critici della moglie erano estremamente esigenti ma ha anche voluto incoraggiarlo a lavorare su questioni pratiche. Il background personale della moglie coinvolgeva una raffinata combinazione di teoria e pratica. 
Suo padre, Eugenio Colorni, era un ebreo italiano, fu un filosofo accademico ed eroe della Resistenza italiana che fu ucciso dai fascisti a Roma, poco prima dell'arrivo degli americani.
La madre di Eva, Ursula Hirschman, berlinese ebraica, era una scrittrice e sorella del grande economista dello sviluppo Albert Hirschman.
Il patrigno di Eva, Altiero Spinelli, fu un uomo di Stato e primo motore nell'unione dell'Europa. È stato il fondatore del “movimento federalista europeo” ed ha scritto il suo “Manifesto” nel 1941, dal carcere. Ha ufficialmente stabilito il nuovo movimento a Milano, nel 1943, in compagnia di Eugenio Colorni.
Eva aveva studiato legge, filosofia ed economia a Pavia e a Delhi. Aveva tenuto conferenze presso la City of London Polytechnic (ora London Guildhall University). Era profondamente umana, con una grande passione per la giustizia sociale. Era anche ferocemente razionale e non prendeva nessuna teoria come scontata, sottoponendone ciascuna a motivazione e controllo. 
Ha esercitato una grande influenza, spesso senza un adeguato successo, sulle norme e conclusioni che Amartya ha tentato di realizzare nel suo lavoro. 
Eva appoggiava molto il suo tentativo di utilizzare un quadro allargato della teoria della scelta sociale in una serie di problemi applicativi: per valutare la povertà, per valutare la disuguaglianza, per chiarire la natura di deprivazione relativa, per sviluppare misure di distribuzione aggiustata del reddito nazionale, per chiarire la penalizzazione della disoccupazione, per analizzare violazioni delle libertà personali e dei diritti fondamentali, per caratterizzare le disparità di genere e lo svantaggio relativo delle donne. I risultati sono stati in gran parte pubblicati in riviste negli anni 1970 e all'inizio degli anni 1980 ma riuniti in due raccolte di articoli: Choice, Welfare and Measurement del 1982 e Resources, Values and Development del 1984.

Il lavoro sulla disuguaglianza di genere era inizialmente limitato ad analizzare i dati statistici disponibili sul differenziale uomo-donna in India, infatti Amartya aveva un documento comune con Jocelyn Kynch su “Le donne indiane: Benessere e sopravvivenza” del 1982. A poco a poco si trasferì a confronti internazionali con Commodities and Capabilities del 1985 ed anche a qualche teoria generale con “Conflitto di genere e cooperativa” del 1990.

La teoria ritraeva sia l'analisi empirica di statistiche pubblicate in tutto il mondo sia i dati che Amartya aveva appena raccolto in India nella primavera del 1983, in collaborazione con Sunil Sengupta, confrontando bimbi e bimbe dalla nascita fino all'età di 5 anni. Concretamente hanno pesato e studiato ogni bambino di due villaggi abbastanza grandi in West Bengal. Amartya ha sviluppato una certa esperienza nella pesatura dei bambini mentre protestano e si sentiva molto orgoglioso della sua realizzazione quando un giorno la sua assistente di ricerca gli ha telefonato con una richiesta di prendersi una consegna dal suo lavoro per pesare un bambino “che morde ogni mano alla portata dei suoi denti” !
Amartya ha sviluppato una certa vanità nell'essere in grado di raccogliere la sfida alla “mordace fine” della ricerca sulla scelta sociale.


Dalla metà degli anni 1970, Amartya ha anche iniziato a lavorare sulla causa e sulla prevenzione delle carestie. Questo fu inizialmente fatto per il Programma mondiale per l'occupazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, per il quale è stato scritto il suo libro nel 1981. Louis Emmerij ha condotto il programma ed ha avuto molto interesse personale nel lavoro che Amartya stava cercando di fare sulle carestie. Amartya ha cercato di vedere le carestie come grandi problemi “economici” concentrandosi su come le persone possono comprare cibo o comunque ottenere il diritto ad esso, piuttosto che vederle in termini di immagine grossolanamente indifferenziata di approvvigionamento alimentare globale per l'economia nel suo complesso. Il lavoro si è svolto dalla metà degli anni 1980 sotto il patronato del World Institute of Development Economics Research (WIDER) di Hensilki, diretto fantasiosamente da Lal Jayawardena, un vecchio amico di Amartya che, come osservato in precedenza, era stato un suo contemporaneo a Cambridge negli anni 1950. 
Siddiq Osmani, ex studente di Amartya, ha abilmente condotto il programma sulla fame e privazione al WIDER. 
Amartya ha anche lavorato a stretto contatto con Martha Nussbaum sul lato culturale del programma, durante il periodo 1987-1989.

mercoledì 14 ottobre 2015

Istanbul 2013 – Pilgrimage of Trust – prima parte

Andiamo a Roma Tiburtina e da lì prendiamo un treno per Bologna.
A casa di Francesca (che ringrazio per l'ospitalità) cominciamo a sistemare le valigie, facciamo una spesuccia, ceniamo e conosciamo il suo coinquilino Andrea. 
Usciamo per le vie del centro di Bologna, beviamo una birretta e poi torniamo a casa. Sembra una riedizione della serata precedente
Poi siamo crollati.

Mi sveglio alle sette e mezza, circa.
Ho dei flash di questa notte: due ragazzi che attraversano la sala, Davide che interrompe la russata per dire “ciao” in polacco ed un'altra frase poco comprensibile…

Dopo essermi lavato pesiamo le valigie. Poi si pranza. 
Tenete presente che non sono nemmeno le 11!

Andiamo a piedi alla stazione ferroviaria e poi prendiamo la navetta per l'aeroporto.
Raccomando l'attenzione a non mettere contenitori di liquidi superiori a 100 ml nel bagaglio a mano!
Ho dovuto lasciare l'acqua, la crema, il doccia-schiuma…

Eccellente viaggio in aereo.
All'aeroporto cambio 50 euro in lire turche. In quel momento il cambio era a 2,26 (oggi, mentre scrivo, il cambio è a 3,37).

Prendiamo un pullman Havatas che ci porterà a Taksim Square, la piazza centrale di Istanbul, la piazza centrale della città simbolo del contatto possibile tra Asia ed Europa.

Dopo due ore di pullman, eccoci alla piazza ed eccoci a chiedere informazioni verso la Armenian Catholic church of St John Chrysostom (Anaçeşme sokak, No. 4, Taksim) in cui siamo attesi. Ci era stato detto di arrivare giovedì 3 e di essere in Taksim prima delle 17 per la celebrazione dei Vespri nella chiesa greco-ortodossa della Santissima Trinità in Piazza Taksim, invece…

Dopo un'ora di camminate dovute ad indicazioni contrastanti, prendiamo in mano la situazione telefonicamente. A Davide viene indicato di tornare a Piazza Taksim e poi frère Richard ci verrà a prendere.

Alcune famiglie delle diverse Chiese presenti ad Istanbul offriranno ospitalità a noi giovani pellegrini.
Io e Frà saremo ospitati da Pierre-Olivier Ladoux: un volontario che abita al di là del mare, a Kadiköy. Prendiamo quindi la nave ed eccoci a casa. 
Ho come l'impressione che domattina ci perderemo… 
Grande, accoglienza, comunque!

Fra gli appunti trovo:
-una cartolina per Ricky e Camilla
-un tipico ed utile souvenir Lara, neo mamma
Man mano che troverò altri appunti, aggiornerò il post.

Siamo accomodati davvero bene!

Speriamo però che il primo contatto con il cibo turco sia stato solo uno sbaglio perché altrimenti siamo messi male!
Speriamo anche che i trasporti funzionino non a corrente alternata! A corrente continua, insomma! Come ci spiegava il professor Culetto…

In sostanza qual è il problema in questo caso?
Il tempo non è buono, il mare non è calmo ed in questa situazione le navi non partono. Stamattina la nave ci è necessaria per arrivare al luogo dell'appuntamento. In mancanza di questa, bisogna dirottarsi sui pullman a pagamento esclusi dalla Akbil- Istanbul-card. 
Mentre siamo in coda per questi pullman, una nave si decide a partire. 

Non riusciamo comunque ad arrivare al tempo stabilito delle 9:30 a Saint Sophia (Ayasofya).

Apperò che bell'approccio!
In ritardo ieri sera, in ritardo stamattina…

Aspettiamo fuori dalla Basilica i gruppo di Taizé, poi ci presentiamo e cominciamo il tour in bus verso il Greek Orthodox monastery of Balikli in Zeytinburnu (Meryem Ana Rum Manastiri), dove si trova la tomba del Patriarca Atenagora.

Che pranzo!

È da Natale che non mangiavo così tanto e bene! Eccezion fatta per Capodanno…

Per colpa anche del molto cibo, molti s'addormenteranno durante il discorso pomeridiano di Mgr Gennadios.

Altro bus, altri regali: il frère canterino mi propone di fare leggere un italiano alla prossima preghiera. Lo farà, bene, Francesca, dopo una cena (definita “cocktail”) buona ma in un ambiente troppo sfarzoso ed inopportuno, presso l'Armenian Orthodox Church of The Holy Trinity of Balik Pazar (Beyoğlu Üç Horan Ermeni Kilisesi).